Il ministro della Salute Roberto Speranza e il sottosegretario Pierpaolo Sileri “mi hanno garantito che l’attuale esecutivo, prima della scadenza del mandato, provvederà a formalizzare il passaggio dell’ospedale San Gerardo di Monza a Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs)”. Ad annunciarlo è stata Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, informando di aver parlato con i due rappresentanti del Governo.
La presentazione del progetto di presa in carico totale del paziente oncologico post intervento
Moratti ha presentato, negli scorsi giorni, nell’ospedale monzese il progetto di presa in carico totale del paziente oncologico dopo l’intervento chirurgico e ha comunicato che all’interno del reparto di ginecologia sarà installato un nuovo robot chirurgico di ultima generazione. Nell’ambito dell’incontro si è parlato anche del capitolo Irccs. Per quanto riguarda invece il progetto per i pazienti oncologici, dopo la partenza, entro 5 anni è prevista la presa in carico su oltre 8.000 pazienti. Per raggiungere l’obiettivo sono coinvolte oltre 300 unità di personale tra medici, sanitari, tecnici, amministrativi. I pazienti operati troveranno nella lettera di dimissione e a ogni successivo controllo, prescrizione e prenotazione delle prestazioni diagnostiche e delle visite di follow-up nello stesso ospedale in cui sono stati operati.
Moratti: “L’ospedale San Gerardo è passato dal 62% al 95% degli interventi chirurgici”
“In Lombardia – prosegue Moratti- ci sono oltre 75mila pazienti ogni anno operati per un tumore. Per questo, appena la pandemia Covid lo ha permesso, l’impegno chiesto alle strutture è andato nella direzione di aumentare la performance ospedaliera sul rispetto dei tempi massimi di attesa per gli interventi chirurgici oncologici, passando dal 60% di fine 2020 all’80% di oggi”. “In particolare – aggiunge – l’ospedale San Gerardo è passato dal 62% al 95%”. Con il progetto voluto da Moratti, tutte le prestazioni relative al percorso post operatorio saranno proposte automaticamente dall’ospedale, nel rispetto dei tempi previsti dal protocollo clinico applicato e informandone il medico di famiglia. E potrebbe esserci un ulteriore sviluppo, con la possibilità di erogare parte delle prestazioni nelle Case e negli Ospedali di Comunità per facilitare il paziente e i familiari negli spostamenti. L’obiettivo è anche dare loro certezze su date e appuntamenti nel percorso dopo l’intervento. “Un aspetto fondamentale – conclude Moratti – per far tornare a vivere serenamente la loro quotidianità”.