di Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Milano, Forza Italia
In questi mesi Sala ha dovuto mandare giù tanti bocconi amari perché gli stava sempre più stretto il ruolo di sindaco. Ha provato in tutti i modi a trovare una collocazione lontana dalla Milano ferita che lui non è in grado di aiutare. Sperava che Nicola Zingaretti, suo compagno degli aperitivi della #Milanononsiferma, gli costruisse un ruolo da manager in una società a partecipazione statale. Si dev’essere mangiato il fegato quando il governo Conte II è caduto. Anticipando i tempi, da pessimo stratega della politica, il giorno di Sant’Ambrogio, in un infelice accostamento della sua figura a quella del Patrono salvatore di Mediolanum, aveva annunciato di volersi ricandidare a primo cittadino. Ogni speranza di ricevere una chiamata dal premier Draghi era ormai vana.
Forse per ripicca, a sorpresa il 12 marzo Beppe Thunberg ha deciso di scaricare il PD prima che l’amico Enrico Letta, come da lui definito sulle pagine della Repubblica, da candidato unico ne diventasse segretario per acclamazione. Sala aderisce ai Verdi Europei, autoproclamandosi leader di un partito che in Italia non c’è, lasciando intendere che i Verdi italiani hanno idee antiquate. Grande stupore generale, ma loro (i Verdi, italiani e milanesi) esultano non avendo invece capito che il gretino li ha messi, a ragione, in naftalina. Tanti auguri al nostro sindaco, il tempo ci dirà se ha avuto ragione.
Adesso però il candidato Sala deve dire ai milanesi cosa pensa di alcuni temi. Primo tra tutti l’abbattimento dello stadio. Gli ambientalisti sono stati molto critici sui suoi “dicoenondico”. Cosa risponderà loro quando obbietteranno che le squadre meneghine vogliono cementificare San Siro? Cosa dirà davanti alle critiche del viavai dei camion con le macerie e il sollevamento di polveri sottili? Cosa ha da dire il leader dei Verdi Europei italiani sul bonus del 20% per la rigenerazione del Pirellino? Sull’abbattimento degli ecomostri anche di proprietà comunale sparsi in città cosa dirà Sala il “gretino”? Sui tanti temi di sviluppo urbano non potrà più demandare ad altri le decisioni cruciali per la crescita di Milano, ora dovrà metterci la faccia.
Con una campagna elettorale in corso (anche se manca ancora il candidato del centrodestra…a proposito, è vero che Sala con questa mossa – e non solo – rischia di andare a sbattere, ma se corre da solo arriva comunque primo!) il rischio di perdere consensi è elevato. Cosa farà il sindaco della Città Metropolitana per rimediare al disboscamento in corso a Bresso, nel Parco Nord, per creare la vasca di laminazione del Seveso? Disegnare qualche ciclabile sull’asfalto non significa fare l’ambientalista. Anzi, con il traffico paralizzato non si fa che aumentare l’inquinamento. Su Area C il sindaco ha intenzione di allargare il perimetro? Aumenterà il biglietto d’ingresso? Lo dica oggi ai milanesi mentre gli chiede il nulla osta per il suo secondo mandato.
In un contesto molto difficile, dove i partiti di sinistra perdono appeal, azzardato il suo destino alla moda green del momento, Sala spera forse di accaparrarsi voti di elettori delusi dal PD o dai 5 stelle? Avrà fatto la cosa giusta? Vedremo. Il timore è che interpretare il ruolo di sindaco gli sia sempre stato molto stretto e che amministrare Milano non sia un fine, ma un mezzo per appagare il