Queste elezioni ci diranno due cose ben precise. Non chi sia il migliore a governare, né chi abbia avuto il messaggio migliore. La prima cosa che ci diranno è se agitare lo spettro del fascismo ha ancora un senso in Italia. Giusto ieri un assessore regionale lombardo, il fratello di Ignazio La Russa, è stato inquadrato mentre fa il saluto romano a un funerale di un camerata. Il video è inequivocabile. Che all’interno dei dirigenti e dei militanti di Fratelli d’Italia ci siano persone che pensano che Mussolini abbia fatto cose anche buone non è in discussione. Quel che è in discussione è che agli italiani freghi qualcosa. La domanda è: pensate che per un italiano sia importante nel 2022 che all’interno di un partito ci possa essere gente così, e che dunque eviti di votare quel partito? Ce lo diranno le elezioni.
Se andrà come dicono i sondaggi, il centrosinistra non potrà più giocarla sul pericolo fascista
E se andrà come dicono i sondaggi, e come dicono tutti quelli che seguono la politica, allora se ne dedurrà che la prossima campagna elettorale il centrosinistra non potrà più giocarla sul pericolo fascista, ma tornando a parlare di diritti dei lavoratori, di salari, di sviluppo, di tasse eccetera. A proposito, per i cultori della materia: la riforma del fisco voluta da Draghi è naufragata, nel silenzio totale. Mentre ci si occupa di mani tese, un tentativo di riformare davvero la fiscalità italiana è andato a vuoto. Andiamo bene.
Esiste un voto non ideologico che di fatto si basi solo sui contributi a pioggia e sugli aiuti di stato?
La seconda domanda a cui risponderanno le elezioni è ancora più scontata. Esiste un voto non ideologico che di fatto si basi solo sui contributi a pioggia e sugli aiuti di stato? Di fatto il Movimento 5 Stelle sta facendo questo. Sta usando il reddito di cittadinanza e secondo i sondaggi sta riuscendo ad arrivare non lontano dai risultati del Partito Democratico. Se alla fine fossero solo 5 i punti di differenza si avrebbe un centrosinistra nel quale c’è una fetta di milioni di voti che vogliono assistenzialismo e che sono regionalmente basati.
Il 25 settembre scopriremo due cose. La prima: se il fascismo è ancora un tabù in Italia. La seconda: se l’assistenzialismo è ancora un must per raccattare voti. Sono sicuro che alla prima domanda la risposta è no, e alla seconda è un solido sì.