Perchè questo articolo potrebbe interessarti? Il nuovo Parlamento non sarà propriamente nuovissimo. Basta vedere i nomi e le biografie di chi rientra il 13 ottobre, giorno di insediamento delle Camere. Nella top ten dei veterani, capaci di resistere a ogni stagione, ci sono tanti big, su tutti Pier Ferdinando Casini. Ma anche qualche volto meno noto al pubblico.
In cima alla lista dei veterani c’è senza dubbio Pier Ferdinando Casini, che si appresta a iniziare la sua undicesima legislatura per superare gli oltre 40 anni ininterrotti nelle Aule. Era il 1983 quando fu eletto per la prima volta con la Democrazia cristiana, che aveva come segretario Ciriaco De Mita. Al governo, dopo quel voto alle Politiche, ci andò per la prima volta Bettino Craxi, sostenuto dal pentapartito (Dc, Psi, Psdi, Pli e Pri).
Casini: inarrivabile veterano
Un’altra epoca politica, quando il 28enne Casini metteva piede per la prima volta in Parlamento. Forse nemmeno lui poteva immaginare di restarci per più di quattro decenni. In mezzo c’è stata Tangentopoli, il crollo dei partiti tradizionali, compresa la sua Dc, l’ascesa e il declino della Seconda Repubblica. Ma Pierferdi, come lo chiamano gli amici, ha sempre conservato un seggio, scalando addirittura la presidenza della Camera nel 2001; ruolo occupato fino al 2006. Dalla 2013 ha poi cambiato Palazzo, traslocando al Senato.
I colonnelli non mollano
Insomma, è lui a battere qualsiasi concorrenza, visto che a due legislature di distacco, quindi a quota 9, c’è Maurizio Gasparri, che ha esordito alla Camera nel 1992, eletto all’epoca nelle liste del Movimento sociale italiano. Dopodiché ha seguito l’evoluzione della destra nelle sue molteplici forme partitiche, da Alleanza nazionale al Popolo delle libertà fino al passaggio definitivo con Forza Italia. Tanti cambiamenti, ma una certezza: lo scranno a Montecitorio o Palazzo Madama.
Insieme a Gasparri, sul podio c’è Ignazio La Russa, uno dei colonnelli di Giorgia Meloni. Anche lui si approssima alla nona legislatura. Come Gasparri, peraltro, fu eletto per la prima volta nelle fila del Msi, nel ’92. Da allora non è mai più uscito dal Palazzo, approdando ad An e al Pdl fino all’abbraccio a Fratelli d’Italia. Appaiato ai gemelli diversi della destra italiana, c’è lo storico esponente della Lega, Roberto Calderoli, che a differenza degli altri due veterani è rimasto sempre nello stesso partito: la Lega. Il risultato è comunque lo stesso, il via alla nona legislatura.
Senatur e Cavaliere
Dopo il “ripescaggio”, anche Umberto Bossi si appresta a iniziare la nona legislatura, ma in confronto al suo amico Calderoli è un gradino indietro, perché ha qualche anno in meno nel curriculum da parlamentare: nel 2004 è diventato europarlamentare, lasciando momentaneamente le istituzioni italiane. Insomma, la nona legislatura, ma con qualche interruzione e con una interrotta a metà. Peraltro, senza quel passaggio a Strasburgo, l’ex leader della Lega sarebbe secondo, dietro Casini: il debutto a Palazzo Madama, da qui il soprannome di Senatur, risale al 1987; fu il primo leghista a mettere piede in Parlamento.
Alle spalle, a condividere il quinto posto per longevità parlamentare, ci sono altri volti big che si apprestano ad avviare la settima legislatura, su tutti Silvio Berlusconi, che torna in Senato dopo il voto che lo aveva estromesso dopo la condanna. Per la settima volta il Cavaliere diventerà parlamentare. Con gli stessi numeri di legislatura c’è Bruno Tabacci: il suo esordio da onorevole è datato 1992, sotto le insegne della Dc che in quei mesi si stava trasformando in Partito popolare italiano. Tuttavia, alla fine di quel mandato, Tabacci non si ripresentò per il coinvolgimento in alcune inchieste, da cui è stato assolto. Così, senza alcuna ombra sulla sua immagine, dal 2001 ha rappresentato una presenza fissa in Parlamento.
Veterani della “poltrona”
A quota sette legislature figura pure Gianfranco Rotondi, altro figlio della Dc e a lungo fedelissimo di De Mita, eletto il 25 settembre con Fdi. Per lui il cammino è stato intermittente: la prima esperienza a Palazzo è stata nel 1994, ma con le elezioni anticipate del ’96 è durata appena due anni.
Così tra uno stop and go, tocca quota sette, come l’ultimo segretario dei Ds, Piero Fassino, approdato a Montecitorio per la prima volta nel 1994. Era, in quota Pds, nelle liste dei Progressisti, quella che Achille Occhetto definì la “gioiosa macchina da guerra”. Da allora ha saltato solo un giro in Parlamento, quando è stato sindaco di Torino.
La top ten dei veterani
Allo stesso numero di legislature c’è il ministro dello Sviluppo economico uscente, Giancarlo Giorgetti, ininterrottamente in Parlamento dal 1996: da giovane esponente della Lega Nord a rispettato ideologo della strategia politica. Un nome meno noto al grande pubblico, ma comunque decano del Parlamento, è Lucio Malan, ex berlusconiano che da qualche anno è entrato in Fratelli d’Italia. Anche per lui il contatore sale a sette legislature dopo la prima volta datata 1994, da candidato della Lega Nord. Infine, c’è un altro esponente di spicco della destra, l’attuale presidente del Copasir Adolfo Urso, che si appresta a inaugurare la sua settima esperienza da parlamentare. Chiudendo la top ten dei veterani del – non tanto – nuovo Parlamento.