La vicenda del papà della Meloni è semplice, ma il peggio è che non è un caso isolato: è una strategia. Ripercorriamola velocemente. C’è una signora che si chiama Rula Jebreal. Fa la giornalista ma non è una giornalista (nel senso che non è iscritta all’Albo, o almeno non la si trova cercandola). Cinque anni fa si sollevò un caso perché la signora in questione faceva un sacco di pubblicità per Carpisa quando è vietatissimo per i giornalisti fare pubblicità. Oggi la signora prende e scrive un articolo nel quale dice che il papà biologico di Giorgia Meloni sarebbe stato condannato per vicende legate alla droga. La Meloni ha detto e ripetuto ovunque che è cresciuta senza padre, che l’ha abbandonata quando aveva un anno. Da sempre sappiamo che Giorgia Meloni per il papà che non c’è mai stato non ha nutrito nessun sentimento, e men che meno di stima. Che le colpe dei padri, pure quando sono presenti, non debbano ricadere sui figli, è roba talmente nota da risalire all’antichità.
Ha scritto questa cosa del padre narcotrafficante perché così rimane sul web, in giro.
Ma Rula Jebreal se ne frega. Il punto non è il fatto che abbia scritto una cosa del genere. Il punto è il perché l’abbia fatto. Se non è chiara la dinamica di queste cose non ci si può difendere. Ha scritto questa cosa del padre narcotrafficante perché così rimane sul web, in giro. E così, quando tra un anno, tra due anni, tra tre anni, la Meloni dovrà confrontarsi con qualcosa riguardante i papà o la droga, ovvero le “parole chiavi” di questo caso, i giornalisti andranno a rinvangare questa vicenda. Una roba del tipo, e inventiamo: “La Meloni propone oggi un decreto per il quale viene impedito il traffico di stupefacenti con pene più dure, reato per il quale suo padre è stato condannato bla bla bla”. E così quella storia inizia a penetrare nella corteccia, volta dopo volta, dei cervelli degli italiani. I quali, quando sarà il momento, non ricorderanno più il dolore di una bambina, Giorgia Meloni da piccola, di non avere un papà, e anzi peggio di averne uno che è un delinquente. Ma ricorderanno solo che il papà di Meloni è un trafficante e allora lei che cosa parla a fare di questo e di quello? Che credibilità può avere? Quella notizia, data oggi, avrà effetti tra due, tre anni. E’ un’arma seppellita, una mina, che esploderà tra molto tempo. Per questo motivo vengono messe in giro queste notizie. Ed è per questo motivo – più che per la notizia in sè per sè – che a volte i giornalisti italiani, categoria alla quale appartengo, mi fanno tanto schifo.