Perchè potrebbe interessarti? Come dopo ogni elezione, i giornali si scatenano nel toto-ministri. E’ importante conoscere chi occuperà i vari dicasteri ma anche capire che spesso, tra i nomi citati, ci sono delle vere e proprie invenzioni.
Ogni giornale ha una sua lista. Tutti la spacciano per esclusiva e vicina ai voleri della Meloni. Il toto-ministri impazza sulla stampa. E così, sommando tutti i nomi messi sulla piazza, ne esce un governo composto da una cinquantina di ministri.
Interni e Difesa
Partiamo dal Viminale. Matteo Salvini ambisce agli Interni ma, pizzicato dall’inchiesta Open Arms – deve vedersela – secondo Repubblica – con Antonio Tajani di Forza Italia. Che, però, è indicato anche per la Camera, ruolo conteso con Giancarlo Giorgetti mentre lo stesso quotidiano del gruppo Gedi piazza Calderoli al Senato. Ma la lista per gli Interni continua : si parla del sottosegretario Nicola Molteni o del prefetto, già capo di gabinetto di Salvini, Matteo Piantedosi. Il Sole 24 ore ha un altro jolly per la Difesa: Giorgio Mulè, dato anche al Sud.
Il Corriere della Sera, questa mattina, annuncia: “Giorgia Meloni ha almeno tre liste nelle mani”. Aggiunge il Messaggero: “Nel ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio dovrebbe andare Gianbattista Fazzolari (FdI), oppure Crosetto se non va agli Esteri; mentre capo di gabinetto di Meloni dovrebbe essere Carlo Deodato, attuale responsabile dell’ufficio legislativo di palazzo Chigi”. E, sul tema interni, conferma il nome di Tajani – che sarebbe il capodelegazione di Forza Italia in Parlamento – ma potrebbe andare anche alla Difesa o agli Esteri. Altre ipotesi dal Messaggero: “per la Difesa sarebbero in corsa Tajani (se non va alla Camera o non fa il vicepremier) e Adolfo Urso, Ignazio La Russa ed Edmondo Cirielli, tutti di FdI”.
Gli esteri
Come detto, Tajani, l’onnipresente, ricompare anche come papabile anche per gli Esteri dove gli altri nomi spiattellati da Repubblica sono quelli di Raffaele Fitto (per il Messaggero in direzione Politiche Europee) e Elisabetta Belloni, attuale capo dei servizi. Ma non finisce qui. Arriva Il Messaggero e cita, questa mattina, Guido Crosetto (consigliere di Meloni e co-fondatore di FdI), e l’ambasciatore Stefano Pontecorvo. Il Foglio aggiunge Franco Frattini (ora presidente del Consiglio di stato) e Adolfo Urso.
Economia, Lavoro e Finanze
Per quanto riguarda l’economia, il Corsera non fa nomi ma parla della probabile “formazione di un ministero dello Sviluppo economico a parte, con la creazione di deleghe strutturate sul Made in Italy, cercando di potenziare la manifattura italiana, seconda in Europa. Il progetto di una massiccia deregulation sulle autorizzazioni per l’installazione di imprese che investono sul fotovoltaico — tema che per Draghi è diventato un cruccio negli ultimi mesi — potrebbe anch’esso avere un impatto sulle deleghe che andranno assegnate”. Repubblica, per il ministero dell’Economia, i nomi li ha. E sono quelli di Domenico Siniscalco, anche se fino all’ultimo Meloni non dispera di riuscire a convincere Fabio Panetta. Su cui i giornali sono d’accordo: non vuole lasciare il board della Bce e posto di governatore di Bankitalia. Oppure, in caso di “spacchettamento” del dicastero, Rep attribuisce il Tesoro ad Alessandro Rivera (ora ne è direttore generale) e le Finanze il responsabile economico di FdI, Maurizio Leo. Stessi nomi riportati dal Foglio che ha una carta in più, quella di Giulio Tremonti.
Per il Lavoro, Il Messaggero riporta un solo nome: è quello di Luca Ricolfi ma non esclude Salvini. Allo Sviluppo Economico, la Repubblica “candida” D’Amato, ex Confindustria.
Giustizia, Rapporti con il Parlamento e Affari
Sul sostituto della Cartabia sembra esserci meno “fantapolitica” tra i giornali. I nomi riportati da Rep, Corsera e Messaggero sono quelli di Giulia Bongiorno, che ha fatto il controcanto all’ex ministra sulla riforma, e di Carlo Nordio. Per Repubblica, inoltre, “ai Rapporti col Parlamento viene accreditato Maurizio Lupi, alle Riforme Marcello Pera. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dovrebbe essere Giandomenico Fazzolari, anche se in partita c’è anche in questo caso La Russa“.
Sanità e sport
Sul ministero più caldo, dopo il buio della pandemia, la pletora di nomi dei giornali è ampia. E variegata. Il Messaggero mette oggi in primo piano Letizia Moratti che, dopo lo scontro con Attilio Fontana, potrebbe abbandonare l’idea della candidatura regionale per spostarsi a Roma. Ma – chiarisce oggi Repubblica – è un ipotesi sulla via del tramonto. Dalla Lombardia spunta pure Licia Ronzulli: sostenuta dal Cavaliere, ex infermiera, è accreditata, invece, per la Scuola dal Messaggero e per la Famiglia dal Tempo. In ogni caso – secondo il Corsera – è un nome su cui Berlusconi confida molto. Lo specializzato Quotidiano Sanità aggiunge all’elenco il virologo, star delle tv, Matteo Bassetti, Marcello Gemmato di Fratelli d’Italia, Andrea Mandelli, presidente della Fofi, vicepresidente della Camera uscente e responsabile sanità di Forza Italia, stimato anche tra i leghisti e addirittura Raffaele Fitto. Per lo sport, Repubblica parla di uno scontro tra Valentina Vezzali, già ex sottosegretaria, e Giovanni Malagò, capo del Coni, che preferirebbe la fedelissima Diana Bianchedi“.
Un nome che sembra mettere d’accordo la stampa è quello di Andrea Abodi, che, però, è in lizza per il ruolo di Ad della Fondazione Milano-Cortina. L’elenco per il dicastero sportivo prosegue con Marco Perissa, ex presidente proprio di Opes Italia e Elisabetta Lancellotta, peraltro membro del Consiglio Nazionale del Coni, in quota Fdi.
Affari regionali, Infrastrutture e Scuola
Per Repubblica “il Carroccio vuole anche gli Affari regionali per promuovere l’autonomia: ipotesi Erika Stefani, che per altre fonti dovrebbere rimanere alla Disabilità, Roberto Calderoli o Salvini” Alle infrastrutture si nominano Edoardo Rixi, Fabio Rampelli di FdI e il forzista Alessandro Cattaneo, esponsabile dei Dipartimenti del partito azzurro, nome su cui punta anche il Corriere.
Alla Scuola – secondo Repubblica – spunta Giuseppe Valditara, che potrebbe ambire perà alla Pubblica amministrazione. Mentre sulla Scuola invece il Messaggero schiera una partita tra due forziste: Anna Maria Bernini e Licia Ronzulli.
Cultura
Mentre Vittorio Sgarbi si dichiara disponibile per la Cultura – come già aveva anticipato su true-news.it poche ore dopo la chiusura dei seggi – la lista dei nomi viaggia di fantasia e vede coinvolta anche Letizia Moratti. E poi Federico Mollicone per Fratelli d’Italia, Lucia Borgonzoni, Umberto Croppi (Presidente di Federculture e della Quadriennale di Roma) e Giampaolo Rossi (ex membro del Cda Rai).
Una girandola di nomi spesso inventati.