Troppo brutta per essere vera. La grande delusione di questi due primi mesi di Serie A è certamente e senza dubbio la Fiorentina. La squadra viola ha totalizzato appena 9 punti in classifica ed è più vicina alla zona retrocessione distante solo quattro lunghezze che a quella per l’accesso alle coppe europee lontana ben 10 punti. Senza contare che in Conference League la qualificazione agli ottavi di finale è tutt’altro che scontata. Insomma, così non va.
Sul banco degli imputati Vincenzo Italiano
Sul banco degli imputati Vincenzo Italiano, la cui panchina inizia a scricchiolare e su cui iniziano a esserci le prime ombre. Su tutte quelle di Claudio Ranieri, un tecnico che Firenze la conosce bene per avervi allenato dal 1993 al 1997 vincendo anche una Coppa Italia. Per il tecnico siciliano serve una svolta immediata, onde evitare possibili spiacevoli sorprese che nel mestiere degli allenatori sono ormai all’ordine del giorno. E pensare che in estate aveva rinnovato il contratto in pompa magna con la promessa di grandi acquisti per sognare il quarto posto nel giro di un biennio. Eh già il mercato. A Firenze sono più le interviste rilasciate da Rocco Commisso che i grandi colpi, perché tutto si può dire tranne che la campagna di rafforzamento estiva sia stata scintillante.
Davanti, dopo Cabral pure Jovic non decolla. I bomber latitano
Barak e Mandragora sono due valide pedine per la mediana che però ha perso quel Lucas Torreira pilastro fondamentale del ritorno viola in Europa nella scorsa stagione. Davanti poi dopo Cabral pure Jovic non decolla. Un doppio flop che fa male e pesa tanto sui risultati, visto che – dati alla mano – la squadra di Italiano crea la stessa mole di gioco e quindi le palle-gol della scorsa stagione. La differenza però sta tutta nel centravanti. L’anno passato fino a gennaio c’era un certo Dusan Vlahovic che sapeva capitalizzare al massimo le occasioni prodotte. Adesso invece i bomber latitano. Italiano ha avuto il merito di recuperare alla causa Chris Kouamè che era diventato un oggetto misterioso e sembrava destinato a essere ceduto fino al primo di settembre. Una intuizione che però non basta. Gli ultimi grandi talenti lanciati e scovati dalla società gigliata portano ancora il nome di Pantaleo Corvino: il Pradè bis infatti non ha prodotto al momento affari al livello di quelli del suo predecessore. Basti pensare che Ikonè e Cabral sono costati quasi 30 milioni lo scorso inverno e finora hanno stentato. Gollini tra i pali è durato lo spazio di una estate per poi cedere il posto da titolare a Terracciano e l’investimento da 15 milioni su Dodò, almeno finora, non ha pagato.
Ecco perché tutto sommato a Rocco Commisso non si possono imputare troppe responsabilità
Ecco perché tutto sommato a Rocco Commisso non si possono imputare troppe responsabilità. A Firenze i soldi sono stati spesi e nel giro di quasi un anno i 70 milioni incassati dalla Juventus per Vlahovic sono stati reinvestiti. Male però, quello è il problema. E allora l’imprenditore Italo-americano farebbe bene a riflettere più che sulla posizione di Italiano sul proprio management. Per sognare in grande i soldi non mancano, ma vanno spesi certamente meglio e in tal senso manca un talent scout (alla Corvino, Giuntoli ecc) capace di scovare giocatori di livello poco conosciuti e a prezzi modici. Il nome che ha iniziato a circolare di (Walter Sabatini) potrebbe essere quello giusto…