Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il XX Congresso del Partito Comunista Cinese è l’evento istituzionale più importante della Cina. Si svolge ogni cinque anni e, al termine dei lavori, che si svolgono a porte chiuse, vengono prese decisioni rilevanti riguardanti la leadership e la linea politica del Paese. L’attuale presidente Xi Jinping si avvia verso un inedito terzo mandato alla guida del partito, in attesa di capire quali saranno le prossime mosse di Pechino nei confronti della pandemia. È proprio questo che interessa al mondo intero, Italia compresa: una volta nominati leader e gli alti funzionari, la Cina tornerà gradualmente ad aprirsi al mondo intero o i suoi confini resteranno blindati a causa delle rigidissime restrizioni anti Covid? Le strategie aziendali di migliaia imprese sono appese a questa risposta.
Segnali da Pechino all’Italia
Come si legge nell’ultimo report diffuso dalla Camera di Commercio Italiana in Cina (CCIC), la previsione finanziaria complessiva delle aziende italiane oltre la Muraglia appare preoccupante. Ad agosto, secondo un sondaggio che ha coinvolto le imprese italiane associate alla CCIC, il 46% di aziende italiane considera ancora la Cina una priorità per il proprio business. Stiamo tuttavia assistendo a un numero crescente di loro (il 12% nel sondaggio in questione) che è incerto sul proprio futuro impegno all’interno del gigante asiatico. Il motivo è da ricercare nella strategia Zero Covid adottata dal governo cinese. Una strategia che, tra rigidi lockdown e restrizioni, ha sostanzialmente congelato l’economia del Paese. E, di conseguenza, il business delle aziende straniere.
Nel secondo trimestre dell’anno, più di un terzo delle aziende italiane ha registrato una diminuzione dei ricavi fino al 30% su base annua. Allo stesso tempo più della metà delle imprese prevede che nel 2022 gli utili subiranno un duro colpo, con una caduta di oltre il 50%. Il 60% ipotizza una riduzione del fatturato pari ad almeno il 20%. Numeri e prospettive pesanti che fanno ricadere interesse e speranze nel XX Congresso. Le politiche decise dal governo e la nuova road map consentiranno di capire quando e se la situazione economica cinese potrà tornare ad una relativa normalità. Da qui, le aziende italiane faranno i loro calcoli per capire come si evolveranno i consumi e quali saranno le sfide e opportunità specifiche per il Made in Italy nel nuovo contesto.
Cos’è e come funziona il Congresso
La ventesima riunione del Congresso elaborerà un piano politico e di crescita per i prossimi cinque anni. Sarà inoltre nominata una serie di nuovi alti funzionari fedeli al presidente Xi Jinping. Il 69enne Xi, presidentissimo in carica dal 2013, si candida per un terzo mandato da segretario generale del partito senza precedenti. In caso di probabile fumata bianca, Xi Jinping blinderà il suo potere a capo della seconda economia più grande del mondo. In un’impresa che potrebbe trasformarlo nel leader più potente della Repubblica Popolare Cinese dai tempi di Mao Zedong.
Il Congresso segue dei meccanismi ben precisi. 2.296 alti dirigenti scelti dall’ufficio di Xi – tra 96 milioni di membri del partito – si incontrano nella Grande Sala del Popolo di Pechino. Qui prendono parte ad un convegno nel quale sarà sostanzialmente definita la road map politica cinese per i prossimi cinque anni. Più nello specifico, i 204 membri con voto speciale dell’organo denominato Comitato Centrale eleggeranno il Politburo, formato da 25 membri, e il potente Comitato Permanente del Politburo di sette membri, guidato dal Segretario Generale. Dando per scontato che quest’ultima posizione sarà ricoperta da Xi, c’è curiosità nel capire chi formerà il massimo gruppo decisionale del Paese.
L’agenda del PCC
È probabile che il Congresso consideri misure per sostenere un’economia martellata dalle politiche anti Covid e vessata da un rallentamento globale. Non è da escludere che Pechino possa allentare la sua politica sul virus dopo che la posizione di Xi sarà blindata. Regna tuttavia l’incertezza. Aggravata dall’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, letteralmente esplosi in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. In tutto ciò, Xi ha lavorato per mantenere i legami commerciali con la Russia, facendo bene attenzione a non scontrarsi con le sanzioni economiche imposte a Mosca dagli Stati Uniti e dall’Europa.
Sul fronte politico, ad esclusione di Xi, la nomina degli altri sei membri del Comitato permanente del Politburo sarà fondamentale per capire quale sarà la nuova leadership cinese. Il secondo in comando, Li Keqiang, dovrebbe dimettersi dalla carica di premier. Il vicepremier Hu Chunhua, 59 anni, è uno dei possibili successori. Un altro nome papabile è Li Qiang, 63 anni, leader del Partito a Shanghai. In ogni caso qualsiasi decisione, politica e sanitaria, dovrà inevitabilmente prendere in considerazione la crescente esasperazione sociale figlia della citata zero Covid Policy. La temperatura è alta e il partito farà di tutto per abbassarla. Pena: la dissoluzione dell’armonia sociale alla base del funzionamento del “modello Cina”.