Dal letame non nascono fiori, ma… Quaderni per la scuola. La sostenibilità sta diventando un criterio sempre più importante nelle decisioni d’acquisto dei consumatori, anche per quanto riguarda i materiali con cui sono realizzati o confezionati gli oggetti d’uso quotidiano. Per esempio, comprereste per vostro figlio un diario fatto con letame di mucca riciclato? Perché questo è proprio uno dei materiali green più curiosi che sta emergendo.
Come è possibile? Di fatto si recupera la cellulosa, che viene ingurgitata dagli erbivori: in particolare, dal letame viene estratta una fibra naturale, molto simile al papiro, che diventa il punto di partenza per produrre carta da imballaggio oppure, appunto, articoli di cartoleria. Vedere per credere? Il sito della cooperativa equo-solidale Vagamondi di Formigine, in provincia di Modena, offre fogli, bloc notes, cornici portafoto, biglietti d’auguri e molto altro, specificando anche di quale animale sia la cacca utilizzata: mucca, elefante, cavallo, asino… Ce n’è per tuti i “gusti”.
Dal letame al mais, dal pellame alle alghe: tutto si ricicla
Insomma, dal letame al mais, dalle alghe marine al pellame, la fantasia ormai si scatena quando si parla di sostenibilità. In particolare, il mercato globale degli imballaggi ecologici raggiungerà i 28,3 miliardi di dollari di valore con un tasso di crescita del +7,2% rispetto al 2021 e toccherà, nel 2026, quota 34,2 miliardi di dollari, secondo una ricerca di The Business Research Company. L’uso di materiali biodegradabili, riutilizzabili, non tossici e costruiti con materiali riciclati viene sempre più privilegiato dai cittadini e dalle aziende, perché è in grado di ridurre l’impronta di carbonio e promuove uno stile di vita che aiuta a risparmiare energia e prevenire l’inquinamento.
Un trend globale che sta influenzando anche il mercato in Italia dove, secondo l’Osservatorio Immagino GS1, in un solo anno sono cresciuti del 5% i prodotti che comunicano esplicitamente sull’etichetta come gestire le confezioni dopo il consumo (il 35,9% del totale della GDO). Come emerge poi da uno studio condotto da Espresso Communication per Vitavigor, azienda italiana produttrice di grissini e snack, più di 4 referenze su 10 (41,6%) vengono confezionate in packaging monomateriali, con i fuoripasto salati che si confermano il comparto merceologico che utilizza di più questa tipologia di confezione (90,8%), davanti a pasta (84,6%), frutta e vegetali secchi (83%), i cereali e le zuppe (76,5%).
“La sfida più grande per le imprese del settore dei prodotti da forno è identificare soluzioni per il packaging che garantiscano la capacità di mantenere la freschezza del contenuto, preservando quelle che sono le caratteristiche qualitative quali fragranza e croccantezza – sottolinea Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor –. Tutte le nostre referenze della linea snack sono proposte, già da due anni, in confezioni in carta riciclabile, tuttavia, per trovare soluzioni davvero sostenibili, è importante affrontare il tema della sostenibilità in modo olistico e comunicare in modo trasparente. L’imballaggio è parte della soluzione, ma migliorando altre aree come la catena di fornitura, i costi di produzione e il processo produttivo, spesso invisibili ai consumatori, il risultato complessivo in termini di sostenibilità potrà essere ancora più forte ed efficace”.
Materiali riciclabili per packaging green, i 10 trend più curiosi
Ecco, infine le 10 più curiose tendenze nel settore del green packaging:
1. Alghe marine: le alghe marine sono un ingrediente naturale e sostenibile per gli imballaggi monouso; commestibili e biodegradabili al 100%.
2. Imballaggi idrosolubili: realizzati in alcool polivinilico (PVOH), si dissolvono a contatto con l’acqua calda, garantendo ai prodotti protezione e sostenibilità.
3. Stampa in 3D: grazie a questa tecnologia, l’imballaggio può essere stampato completamente o parzialmente intorno al prodotto con la plastica, in modo da utilizzare solo il materiale necessario.
4. Materiali a base di cellulosa: la cromatogenia rende qualsiasi prodotto a base di cellulosa permanentemente idrofobo, proteggendo il prodotto senza sacrificare la sostenibilità.
5. Fibra stampata: questo metodo consente la personalizzazione con diversi materiali, inchiostri e lacche, rimanendo riciclabile e senza sprechi.
6. Cartone d’erba: alternativa agli imballaggi in plastica, è riciclabile e compostabile al 100%, con una lavorazione delle materie prime priva di sostanze chimiche. Perché carta e cartone non si ricavano solo dal legno o dalla carta straccia, come ci hanno sempre spiegato, ma ora anche direttamente dall’erba.
7. Packaging piantabile: la carta da seme completamente biodegradabile viene creata utilizzando carta riciclata e semi selvatici. Quando l’imballaggio raggiunge la fine del suo ciclo di vita, può essere bagnato e piantato nella terra per far crescere nuova vita. I semi germogliano e la carta produce compost. Che cosa resta? Solo fiori ed erbe, senza sprechi.
8. Letame di mucca: partendo dal letame di mucca, o altri animali, è possibile produrre imballaggi privi di plastica.
9. Carta d’ostrica: realizzata con prodotti di scarto riciclati, la carta ostrica è ottenuta da residui di scarto del processo di produzione della pelle. Le fibre scartate dalla lavorazione industriale ritornano nel ciclo e si intrecciano a quelle di cellulosa, generando un nuovo materiale.
10. Plastica di mais: completamente biodegradabile, questo materiale è stato utilizzato per produrre materiali di imballaggio come i sacchetti per alimenti, in alternativa alla plastica.