Oggi parliamo di Paola Egonu e della moglie di Lorenzo Fontana, neopresidente della Camera. Paola Egonu è una campionessa di volley della nazionale italiana. E’ italiana, ed è di colore. E’ incredibile che la cosa possa risultare stupefacente, ma qualche cretino sui social c’è sempre, e così dopo una partita con il Brasile le è stato rivolto un post razzista al quale – lei stufa – la giocatrice ha risposto dicendo addio alla nazionale. Questa è una sua scelta e io non la commento. Quel che mi viene da dire è che all’imbecille (e su Facebook è pieno) che le ha chiesto “perché sei italiana?” con tono offensivo bisognerebbe chiedere se si è scandalizzato quando abbiamo vinto gli europei, per i giocatori che non erano di “pura razza italica”, la quale peraltro non esiste e non è mai esistita essendo la nostra Penisola un bellissimo incrocio di culture e tradizioni e sangue da tutta Europa e da tutto il mondo.
Il Fatto Quotidiano e la foto della figlia di Fontana
Però, se un cretino ha provocato questa reazione della Egonu, c’è qualcosa di altrettanto grave contro la moglie di Lorenzo Fontana. Lorenzo Fontana è il neopresidente della Camera, e ha una politica tradizionalista. Cattolico fino al midollo, sostiene i valori della famiglia tradizionale. Fin qui, cavoli suoi. Il problema è che una giornalista, che si occupa di green al Fatto Quotidiano, pubblica una foto di Fontana con in braccio la figlia, con il volto visibile (io l’ho oscurato, ovviamente), e la moglie. La didascalia è agghiacciante: “Disprezzo anche la moglie. Chi si accoppia a tali personaggi come minimo è connivente”.
Elisabetta Ambrosi ha ignorato una delle carte di valori fondamentali del mestiere giornalistico
La collega giornalista professionista, Elisabetta Ambrosi, ha ignorato una delle carte di valori fondamentali del mestiere giornalistico, ovvero la Carta di Treviso, che recita: “Vanno garantiti l’anonimato, la riservatezza, la protezione dei dati personali e dell’immagine del minorenne in qualsiasi veste coinvolto in fatti di cronaca, anche non aventi rilevanza penale ma lesivi della sua personalità”. Non c’è incertezza: quella foto non poteva essere pubblicata, ed è una barbarie averla pubblicata. Ad oggi non risulta che ci sia stata una presa di posizione dell’Ordine dei Giornalisti, ma magari arriverà, almeno lo spero. Che cosa ci resta di queste due vicende? Lo schifo più totale. Da una parte lo schifo del razzismo, dall’altra parte lo schifo di un certo giornalismo che passa sopra anche ai bambini pur di gettare il proprio disprezzo sull’avversario politico.