Sembrava fatta per la nomina di Letizia Moratti come nuovo addella Fondazione Milano-Cortina. E, invece, l’attuale vice-presidente di Regione Lombardia ha smentito la notizia con una nota uscita sulle agenzie di stampa: “La dottoressa Letizia Moratti smentisce la sussistenza della notizia sulla sua nomina come a.d. delle Olimpiadi Milano Cortina. Qualsiasi decisione di Letizia Moratti sarà comunicata esclusivamente dal suo ufficio stampa. Ogni altra notizia a lei inerente è destituita di fondamento”.
L’ufficialita mancava. Perché, per la nomina del nuovo amministratore delegato serve consultare gli enti locali. Che non sembrano essere stati consultati tutti, come dimostra la rabbia del sindaco di Milano, Beppe Sala, non al corrente della nomina di Moratti. Si dovrà aspettare ancora per il successore di Vincenzo Novari.
Il flop di Vincenzo Novari
Il cambio di guida al vertice della Fondazione è arrivato dopo i malumori sulla gestione di Novar: il modus operand ha fatto sentire meno partecipi gli enti soci dalla stanza dei bottoni. Sul finire del 2021, come scriveva True-News.it, Novari aveva confidato l’impossibilità di manovra, una sorta di blocco dovuto a chissà quale potere in grado di mettere veti e freni alla sua capacità decisionale. Insomma, non si sarebbe sentito ibero di agire. Problemi erano sorti anche riguardo la mobilità in Valtellina – ovvero nessun accenno al progetto della nuova strada in grado di trasportare tifosi ed appassionati da Milano a Bormio senza dover utilizzare la vecchia Statale 36 – e sul piano pubblicitario.
A capo della struttura destinata a questa attività era stato messo Antonio Marano, ex super dirigente Rai, uomo vicino alla Lega. A lui spettava il compito di raccimolare i 500 famosi milioni di “sponsorizzazioni domestiche” previsti dal business plan presentato per conquistare i Giochi a 5 cerchi. Peccato che la struttura sotto Marano si ramifichi in maniera anomala, creando qualche definiamola incomprensione nei contatti con i papabili sponsor. Vista la cifra da raggiungere, questo è chiaro, si parla di aziende di altissimo livello, con budget da almeno 4-5 mln per un accordo proprio basico fino agli oltre 30 per diventare “main sponsor”. Gli interlocutori con questi budget inutile dirlo in Italia sono una cinquantina, non di più. Contattarle dovrebbe essere cosa semplice, soprattutto per evitare che più interlocutori si presentino a bussare alla stessa porta, cosa poco elegante. Che però, stando ai racconti di certi salotti aziendali, sarebbe successa, creando anche qualche momento di imbarazzo.
Nominato da Vincenzo Spadafora, in un’altra era geologica della politica, in quota Movimento 5 Stelle prima che diventasse polvere di brocchi, Novari aveva pensato bene di farsi inserire una clausola nel contratto che gli consente di avere una lauta buonuscita purché venga rimosso dall’incarico. S