Catania, ottobre 2014. Alcuni pazzi – perché non bisogna essere troppo sani di mente per fare cose del genere – volteggiano e saltellano felici su degli strani cavi fissati ai palazzi del centro storico della capitale del Barocco. Li chiamano “slackliners”. Roba mai vista prima in Italia.
La filosofia “Red Bull”
Ad osservare a testa in su migliaia di persone. Attorno il logo Red Bull, ovunque, anzi, più che il logo la «filosofia» Red Bull: primi a trasformare lo sport, anche quello più sconosciuto, in un evento. Musica, bar, belle ragazze, produzione video streaming da televisione di Stato, senza badare a spese e senza nemmeno far pagare il biglietto agli spettatori. “Non facciamo tutto questo per guadagnarci – ci confidò l’organizzatore dell’evento – l’importante è stupire, è lasciare nella mente di chi ci incontra l’idea che Red Bull stupisce, che è cool, che siamo una cosa “figa” per veri “fighi”».
Un totale di 9.804 miliardi di lattine di Red Bull sono state vendute in tutto il mondo nel 2021
Frasi tornate alla mente nel giorno della morte a 78 anni, passata quasi sotto silenzio, di Dietrich Mateschitz, il creatore della bevanda energetica prima per tempo e guadagno del mondo. I numeri raccolti dal 1984, quando con un socio thailandese scoprì e lanciò la sua lattina, hanno dell’impressionante. A partire dal patrimonio personale, stimati in quasi 30 miliardi di dollari e che ora andranno al figlio ed alla compagna (40 anni meno di lui). E per quanto riguarda gli affari, beh, un totale di 9.804 miliardi di lattine di Red Bull sono state vendute in tutto il mondo nel 2021, con un aumento del 24,3% rispetto ad un già entusiasmante 2020. Il fatturato del Gruppo è aumentato del 23,9%, da 6.307 miliardi di euro a 7.816. Un impero senza fine quello di Mateschitz che proprio nello sport ha avuto le sue forse più felici ramificazioni.
L’avventura in Formula 1
Inutile cominciare dalla Formula 1, dove dal nulla è riuscito a creare una scuderia capace dal 2005, anno di nascita, ad oggi di conquistare più titoli mondiali della Ferrari, con Vettel e Verstappen. Investendo centinaia di milioni e riportando ad esempio le macchine più veloci del mondo sul circuito di casa, in Austria, non a caso denominato Red Bull Ring.
Il calcio con il Lipsia riportato in Bundesliga
Poi il calcio. Prima l’ingresso nella Mls, poi nel campionato brasiliano, fino a quando Mateschitz ha acquistato il Lipsia, squadra dal passato glorioso ma finita in seconda categoria, e l’ha riportata non solo in Bundesliga ma tutt’ora nell’Europa che conta. Anche qui con investimenti da centinaia e centinaia di milioni. Tanto, come si può ben capire, capitali a disposizione ce ne sono in quantità.
Il successo con gli “sport minori”
Ma è con i cosiddetti sport minori che Red Bull ha dato il meglio di sé. Degli Slackliners abbiamo già detto, ma si può continuare ad esempio con i Cliff Diving, che anni fa erano in un angolo sperduto della Federazione Internazionale Nuoto sotto il nome di Tuffi dalle Grandi Altezze e che l’austriaco si è letteralmente comprato, strapagando i migliori atleti del mondo e portandoli in un proprio World Tour che riscuote un successo pazzesco.
Si prosegue poi con il Red Bull Air Race, piccoli apparecchi in grado di evoluzioni ai limiti della sopportazione umana da 11g di forza laterale. Poi il surf, la moto, lo skate ed in ultimo la prossima barca per la Coppa America, insieme ad Alinghi. Attività dove, stando a calcoli approssimativi, negli ultimi 10 anni sono stati spesi quasi 9 mld di euro e che spesso hanno chiuso i bilanci in rosso. Ma la filosofia è chiara. Non si fanno le cose per incassare ma per vincere e stupire.