di Francesco Floris
Quando non è stata confermata sottosegretario del governo Draghi, intervistata dalla Gruber ha detto: “Più di me hanno sacrificato la salute”. Non sentendosi abbastanza umile dopo questa frase, Sandra Zampa ha voluto aggiungere nel salotto serale di La7 a proposito della presenza femminile in politica: “Dottoressa Gruber, qualche settimana fa ha mostrato un interessante sondaggio sul gradimento dei politici e c’erano pochissime donne”. “Certo, Giorgia Meloni” risponde la conduttrice de La7. “No. Ero io in realtà, ma non è importante” ribatte secca la dem.
L’arroganza a volte paga. Perché tempo nemmeno due settimane e per Sandra Zampa è arrivata la chiamata del Ministero con un nuovo incarico. Ingaggiata dal Ministro della salute Speranza per gestire funzioni nell’ambito delle attività di comunicazione. In particolare la Zampa dovrebbe curare aspetti comunicativi relativi alle relazioni internazionali e alle attività istituzionali nazionali del Ministero, come recita una nota che ha ufficializzato la nomina il 18 marzo 2021 il suo nuovo incarico.
Un incarico prestigioso. Che non tutti hanno preso benissimo. L’attacco frontale lo sferra Maurizio Gasparri con un’interrogazione a Speranza in cui si chiede di sapere se “l’incarico affidato alla dottoressa Zampa sia compatibile con la legge 20 luglio 2004, n. 215, che al comma 4 dell’articolo 2 determina delle incompatibilità per quanto riguarda la collaborazione con enti di diritto pubblico per persone che abbiano nei 12 mesi precedenti svolto incarichi di Governo”. Semplice e chiaro. Chi ha avuto incarichi di governo, come nel suo caso un ruolo da sottosegretario nel Conte-bis, deve stare fermo un giro. Per Gasparri non si tratta solo di conformità “alle norme” ma anche per il rispetto di “evidenti principi etici e di buon senso” scrive il senatore di Forza Italia che chiede anche di sapere “a quanto ammontino i compensi assicurati per questo incarico a Sandra Zampa”.
In attesa di celeri risposte, Sandra Zampa non si ferma. Così da giorni le cronache locali di Bologna sono piene zeppe di un suo potenziale coinvolgimento per le elezioni comunali del 10-11 ottobre. Tornata dove il centrosinistra emiliano può solo perdere contro se stesso almeno per ora. Pare che l’ex sottosegretaria sia interessata al “ticket” con Matteo Lepore, il giovane assessore che piace alla sinistra, delfino del sindaco Merola e nemico della componente di Base riformista che si ritrova invece sul nome di Alberto Aitini, l’assessore alla Sicurezza con i modi un po’ da “sceriffo”.
Il ticket Lepore-Zampa metterebbe un po’ di sale nella corsa a Palazzo d’Accursio e garantirebbe all’assessore alla Cultura la benedizione dei “prodiani”. Che nella città delle due torri ancora contano e dettano l’agenda. Per ora smentito dai diretti interessati. Zampa l’ha definita un’ipotesi pronunciata “forse da chi la teme”. Sarà. Ma nel frattempo la dem emiliana che dovrebbe essere molto impegnata nel suo nuovo incarico al Ministero per la gestione delle relazioni internazionali e la comunicazione, non disdegna intervenire a piedi uniti sui temi – pochi – delle amministrative. Tra un endorsement alla “Sardine” che “potrebbero allargare il campo” e un consiglio alla giunta Merola, non sia mai che Maurizio Gasparri abbia ragione. E Bologna possa diventare un ottimo rifugio, in attesa di tempi migliori.