“Pronto buongiorno, qui è l’Inter”: è successo a qualche migliaio di tifosi ricevere in queste giornate di primavera a stadio chiuso la telefonata direttamente dal club di Suning. La ragione? Una sorta di porta-a-porta per dire all’abbonato (ex nel senso di costretto a fermarsi un giro causa Covid) di tenersi pronto e che la sua amata squadra non si è dimenticata delle promesse fatte un anno fa. È accaduto a Milano ma potrebbe non trattarsi di un caso isolato.
Destinatari del colpo di telefono coloro che nel giugno del 2020 hanno optato per l’emissione di un voucher come parziale rimborso per le partite non viste sugli spalti quando il lockdown è terminato. Voucher che non sono in realtà fin qui mai arrivati (tutto in regola invece per chi ha optato per il bonifico di rimborso direttamente sul conto correte), ma non per cattiva volontà dell’Inter. Che adesso è pronta a fare il suo dovere e ne approfitta per dare una carezza al tifoso-cliente.
Il tono della telefonata, infatti, è estremamente conciliante: “Il voucher arriverà a breve, durerà 18 mesi e non appena possibile le faremo sapere anche come tornare allo stadio”. La prospettiva non è a brevissimo, visto che anche una parziale riapertura degli impianti sullo stile Euro 2020 non consentirà ai club di aprire le campagne abbonamenti. Ma il senso dell’iniziativa è chiaro e dimostra come ci sia chi ha compreso l’atipicità del momento e la necessità di tenere vivo il legame con il proprio pubblico.
Anche chiamandolo a casa per farlo sentire partecipe, visto che lo scudetto dei ragazzi di Conte sarà celebrato a tribune vuote. Dal momento in cui sarà dato il via libera al ritorno a San Siro, però, si giocherà una partita ancora più importante in cui l’obiettivo diventerà non disperdere nulla del proprio patrimonio di clienti. Guai a non riuscirci, con i bilanci disastrati da un anno e mezzo di incassi zero.