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Sanità in sciopero venerdì 2 dicembre: motivazioni e conseguenze nel settore

Sanità in sciopero

Sanità in sciopero: venerdì 2 dicembre è prevista parecchia agitazione in Italia. Dallo stop dei mezzi di trasporto alla mobilitazione del settore sanitario che prevede anche una manifestazione a Roma a metà dicembre.

Sanità in sciopero venerdì 2 dicembre

Per l’intera giornata di venerdì, oltre allo stop dei mezzi di trasporto, è stato indetto uno sciopero per il settore sanitario. La mobilitazione è stata annunciata dai sindacati Cobas, Cub, Sgb, Usb, Usi e indirizzato a tutti i dipendenti e dirigenti del settore. Inoltre, è stata annunciata una manifestazione a Roma, il 15 settembre, in piazza S.s. Apostoli dalle ore 14.00.

Nel comunicato dei sindaca si legge che lo sciopero è contro “il definanziamento ulteriore della sanità pubblica previsto nei prossimi anni, che porterà molti cittadini a dover pagare di proprio pugno le cure; le briciole concesse dalla legge di bilancio 2023 al personale della sanità pubblica; il disinteresse della politica nei confronti degli ‘angeli’ e degli ‘eroi’ che hanno evitato al Paese una caporetto sanitaria ed economica; l’assenza di un piano programmatico di riforma e di rilancio complessivo del Ssn da parte delle forze politiche che superi la spinta alla privatizzazione; la regionalizzazione delle cure e la creazione del nuovo mercato sanitario tra nord e sud, e il silenzio istituzionale di fronte alla richiesta di confronto con le rappresentanze sindacali dei professionisti su cui si regge il Ssn”.

Motivazioni e conseguenze nel settore

“Chiediamo che la legge di bilancio 2023 destini risorse reali alla salute dei cittadini; aumenti le assunzioni di personale medico, veterinario e sanitario, per migliorare le condizioni di lavoro all’interno degli ospedali e dei presidi; incrementi le retribuzioni del personale, oggi al terz’ultimo posto in Europa“, hanno affermato i sindacati. Quest’ultimi chiedono che la nuova legge di bilancio “renda accessibili a tutti i cittadini le prestazioni sanitarie appropriate contro l’allungamento delle liste d’attesa e i viaggi della speranza”. Al governo e alle Regioni viene chiesto inoltre “l’immediata apertura del tavolo per il rinnovo di un CCNL sequestrato nelle stanze ministeriali; l’allineamento della spesa sanitaria pubblica alla media dei paesi europei e la depenalizzazione dell’atto medico, riconsiderandolo autonomo scientifico e libero da ideologie”.

Come previsto dalla normativa vigente, saranno comunque garantiti tutti i servizi minimi essenziali previsti per il settore della Sanità e, per quanto riguarda le attività connesse all’assistenza diretta ai degenti, sarà data priorità alle emergenze e alla cura dei malati più gravi e non dimissibili. A tal proposito ricordiamo che i “servizi minimi essenziali” comprendono:

– il Pronto Soccorso e servizi afferenti legati a problematiche non-differibili della salute dei cittadini ricoverati (turni dei reparti) e non. Di conseguenza anche il personale tecnico per la preparazione dei pasti e degli altri servizi di base;
– servizi di assistenza domiciliare;
– attività di prevenzione urgente (alimenti, bevande, etc..);
– vigilanza veterinaria;
– attività di protezione civile;
– attività connesse funzionalità centrali termoidrauliche e impianti tecnologici;
– vari.

 

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