Carlotta Ferlito è una campionessa di ginnastica artistica e nel programma de Le Iene ha denunciato le tante sofferenze vissute in questo mondo. Nonostante la giovane età, Carlotta ha avuto il coraggio di denunciare anche in tv ciò che ha subito.
Carlotta Ferlito denuncia a Le Iene gli abusi nel mondo della ginnastica
Carlotta Ferlito è una campionessa di ginnastica artistica e dopo le Olimpiadi di Rio nel 2016 ha denunciato alla procura federale di aver subito in Nazionale abusi di potere, psicologici e fisici. Le sue parole hanno davvero colpito ma soprattutto sollevato un polverone in un mondo sportivo che dovrebbe educare ai valori della vita.
Le sue parole nel monologo
Nella puntata de Le Iene, il 6 dicembre, Carlotta si è sfogata e ha denunciato le angherie subite. “I problemi alimentari sono la punta dell’iceberg. Ho visto volare schiaffoni, ne ho ricevuti anche, magari per un esercizio sbagliato. La verità è che noi atlete siamo abituate a subire questi abusi psicologici. Siccome cominciamo giovanissime, vediamo questo mondo costruito in un certo modo e all’inizio ci sembra normale, perché lo fanno tutti. A noi ci pesavano più volte al giorno, c’erano commenti riguardo la forma fisica. Non quantifico le volte in cui mi hanno chiamato maiale. E quando dovevo stendere le gambe, mi dicevano “tira quei prosciutti”. Non ho avuto il ciclo per 8 mesi e ho avuto altri problemi di salute. Quando sei dentro al sistema non ti accorgi di quanto sia sbagliato, pensi di essere tu in difetto”.
Poi, nelle sue parole l’attacco va alla Federazione: “I piani alti sono caduti tutti dal pero quando sono uscite le denunce di abusi psicologici e fisici nella ginnastica. È triste, è triste perché lo sapevano tutti, eppure nessuno ha la possibilità di parlare. Perché poi ti fa paura, ma non è giusto”. Anche il Coni sapeva della sua situazione: “Sono collegati, si parlano tra loro”.
Carlotta tra i 15 e i 16 anni ha preso al programma televisivo Ginnaste vite parallele: “È stata un’esperienza bellissima, ma anche una trappola”. Tuttavia, si nascondeva qualcosa di brutto: “La Federazione ci disse che dovevamo far firmare ai nostri genitori una liberatoria. Dall’oggi al domani ci siamo trovati con delle telecamere che riprendevano ogni nostra mossa. I piani alti federali la vedevano come un’opportunità di visibilità, per un aumento delle iscrizioni delle bambine. Gli allenatori invece non la vedevano di buon occhio. Non c’è stato un provino, mai, la mia partecipazione è stata imposta. Se i piani alti ti dicono di farlo, allora lo devi fare e lo fai. Psicologicamente parlando è devastante. Se avessi saputo prima che ci sarebbero state tutte queste tensioni, non so se lo avrei fatto”.
Le telecamere non riuscivano a riprendere tutto. “Quando c’erano i ritiri della Federazione il clima non era lo stesso. Ricordo che piangevo sempre prima di andarci”. La Ferlito lancia un messaggio alle tante sportive giovanissime come lei. “È bene che se ne parli di questi comportamenti perché si cerca di rendere, per chi verrà dopo, un posto migliore. Ci metto la faccia sperando che nessuna subirà quello che ho subito io”.
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