Microsoft si prepara all’acquisto di Netflix: quanto c’è di vero? Secondo Reuters il colosso informatico americano punta ad acquisire l’azienda leader nel settore dello streaming nel 2023. Sarebbe l’ultima di una serie di acquisti record negli ultimi otto anni.
Microsoft vuole Netflix, si punta all’acquisto nel 2023: quanto c’è di vero?
Un articolo d’opinione pubblicato da Reuters ha scosso il web negli ultimi giorni. Secondo l’agenzia di stampa britannica Microsoft si starebbe preparando all’ennesimo acquisto record nel 2023. L’obiettivo sarebbe Netflix, la società leader del settore della distribuzione di contenuti via streaming. Alla base della teoria c’è anche l’enorme vicinanza tra i due colossi, che sarebbe molto d’aiuto in una eventuale operazione d’acquisizione. “Le due società sono già strettamente allineate.” -sostiene la giornalista Jennifer Saba– “Netflix ha scelto Microsoft come partner pubblicitario per un nuovo servizio di abbonamento supportato dalla pubblicità. Anche il presidente di Microsoft Brad Smith siede nel consiglio di amministrazione di Netflix. Parte della logica per un accordo è che Microsoft vuole offrire un servizio di streaming di videogiochi su più dispositivi”.
Nadella guida l’espansione, otto anni di acquisti record
Le previsioni di Reuters si basano sull’espansione continua portata avanti dal CEO Satya Nadella dalla sua nomina nel 2014. Nel corso degli ultimi otto anni Nadella ha concluso una serie di operazioni da record. Queste clamorose acquisizioni hanno reso Microsoft più grande che mai, espandendo gli orizzonti della società ben oltre il settore informatico. Si parte dall’acquisto di Mojang e Minecraft, accolte sotto l’ala di Microsoft per 2,5 miliardi di dollari, seguite poi dalle acquisizioni di Nuance e LinkedIn, rispettivamente costate 20 miliardi e 26 miliardi di dollari. Infine c’è l’operazione più famosa e controversa, ovvero l’acquisto di Activision Blizzard per 70 miliardi di dollari. Quest’ultimo acquisto è al momento sotto lo sguardo vigile della Federal Trade Commission, l’antitrust americana. Per la FTC, infatti, l’operazione rischia di soffocare la concorrenza nel settore videoludico.