La pirateria uccide il calcio è lo slogan che da anni la Lega Serie A e non solo cerca di far passare con forza alla massa critica dei tifosi, sperando di convincerne una fetta sempre più grande a pagare per vedere le partite di campionato o di Champions League senza rifugiarsi nel pezzotto. Una strategia comunicativa cui si sono affiancate una serie di inchieste delle forze dell’ordine, sequestri, denunce, condanne e multe anche per gli utilizzatori finali dei prodotti illegali, ma che non è ancora riuscita a stroncare il fenomeno che erode centinaia di milioni di euro di valore al prodotto calcio in Italia. Una sorta di tassa occulta che i club, in perenne disequilibrio di bilancio, non riescono a cancellare.
L’ultima mossa l’ha fatta l’Agcom aprendo una nuova fase di contrasto alla pirateria
L’ultima mossa l’ha fatta l’Agcom aprendo una nuova fase di contrasto alla pirateria. L’idea è di provare a tagliare la connessione e l’accesso ai siti e alle piattaforme pirata, in via cautelare e prima di ogni accertamento successivo, già dai minuti iniziali della trasmissione dell’evento sportivo. Una sorta di fermo preventivo da convalidare successivamente che conferma la volontà di provare a combattere il fenomeno utilizzando le sue stesse armi: fin qui, infatti, si è trattato di una corsa impari tra ‘guardie’ e ‘ladri’ con i secondi pronti a spostarsi su nuovi indirizzi e piattaforme approfittando anche delle lentezze burocratiche dell’avvio dei procedimenti sanzionatori.
Due furti di streaming su tre (66,1%) si riferiscono a eventi sportivi
Potrà funzionare? Di sicuro la misura non sarà in campo all’inizio di gennaio, quando esaurita l’ubriacatura del Mondiale si tornerà a parlare del campionato e delle coppe europee che sono l’oggetto massimo dell’attenzione anche dei tifosi-pirati perché in larghissima parte concentrati su tv e app a pagamento. Che l’emergenza sia reale, però, lo confermano i dati appena pubblicati dall’Osservatorio Digital Content del Politecnico di Milano, relativi all’anno 2022. Analizzando oltre 3500 IPTV, gli analisti hanno rilevato che due furti di streaming su tre (66,1%) si riferiscono a eventi sportivi e in questo grande gruppo la maggioranza schiacciante è legata al calcio (58,1% complessivo).
Ecco la classifica che preoccupa i presidenti del calcio nostrano
Cosa viene piratato via internet in Italia? Ecco la classifica che preoccupa i presidenti del calcio nostrano: Serie A 40,9%, Champions ed Europa League 10,8%, Serie B 6,4%. Fette di fatturato che se ne vanno cui bisogna aggiungere un 10% per Formula Uno e MotoGp che sono esclusive Sky Sport. Per dare un termine di paragone, la prima voce non sportiva (non calcistica) della classifica dei contenuti piratati illegalmente sono le serie esclusive ed è ferma al 23% seguita dai film (10,9%). Nelle discussioni con questo e i precedenti governi, la Lega Serie A negli ultimi due anni ha quantificato il danno in circa 250 milioni di euro a stagione: un miliardo tondo bruciato solo nell’ultimo quadriennio. Denaro che avrebbe alleviato la crisi mentre la sensazione è che la pandemia abbia aggravato il problema e che nemmeno la comparsa di una OTT come Dazn a detenere i diritti della Serie A abbia convinto i ribelli a convertirsi alla legalità. Ora ci prova l’Agcom, ma i tempi non saranno brevi.