(Adnkronos) – “Facendo una riflessione sul bilancio 2022 del settore calzaturiero in Italia possiamo dire che l’Italia è ancora oggi il primo produttore di calzature nell’Unione europea e il tredicesimo per numero di paia nel mondo e leader indiscusso tra i produttori di fascia alta e lusso, ad elevato contenuto di moda, tutto questo nonostante un ridimensionamento che dura da diversi anni”. Lo dichiara all’Adnkronos/Labitalia Gianni Gallucci, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Fermo e direttore generale di Gallucci, azienda che affonda le radici in una tradizione familiare iniziata quasi cento anni fa e che dal 1959 è il punto di riferimento per la produzione di calzature di alta qualità per bambino e successivamente per uomo e donna.
L’azienda, dal colore arancio, che ha lo stabilimento nelle Marche e lo showroom per i buyer internazionali a Milano in Piazza San Babila, è una delle aziende di calzature ed accessori in pelle artigianali e totalmente Made in Italy preferite dalle famiglie reali come quella svedese e quella belga, personaggi dello star system come Madonna, Jennifer Lopez e Sarah Jessica Parker e del mondo dello sport come Lebron James, Stephen Curry e Giannis Antetokounmpo.
“Non bisogna dimenticare – osserva – che l’Italia nel 2022 è stato l’ottavo Paese esportatore a livello mondiale ed il secondo in valore, dietro alla Cina, con riferimento alle sole calzature con tomaia in pelle: 3 calzature su 5 prodotte presentano questa caratteristica. Attualmente il settore è spinto da circa 4.000 aziende e 70.000 addetti dopo il duro colpo del crollo del 2020 quando è stato perso ben 1/4 circa del fatturato complessivo (attestatosi a 10,72 miliardi di euro) forti sono state le riduzioni sia nell’interscambio commerciale che nei consumi delle famiglie italiane. Il settore delle calzature ha dovuto far fronte sin da subito alle conseguenze del tragico evento bellico che ha coinvolto Russia ed Ucraina tra i primi paesi come importatori di calzature made in Italy, che ha portato ad inevitabili annullamenti e perdite di fatturato”.
“Per il settore delle calzature – afferma – gli aumenti ingiustificati in bolletta non aiutano di certo a fare previsioni per il 2023, i prezzi delle materie prime stanno lievitando ancora, per colpa di qualche furbetto, e non c’è certezza che gli ordinativi mantengano un trend in positivo”.
“Stiamo ancora aspettando – sottolinea – i tempestivi interventi pre-elezioni promessi a settembre, i tempi della politica sono purtroppo sempre troppo lenti. La presidente Meloni durante la conferenza stampa di fine anno ha dichiarato che questo è un ‘governo amico delle aziende’ in un paese dove la forza produttiva è trainante, dove l’attenzione deve essere rivolta alle strategie industriali, alla politica di internazionalizzazione e alla tutela del Made in Italy”.
“Il settore delle calzature – fa notare – che ormai parla solo il linguaggio della moda, sta dando un segnale molto importante, dopo il grande rientro delle griffe dalla delocalizzazione, quasi tutte le aziende sono alla ricerca di giovani, anche senza esperienza ma con grande voglia di mettersi in gioco, da inserire e da trasformare in tecnici specializzati della calzatura, con stipendi orami da fare invidia anche ai professionisti”.
“Quindi – avverte – un’attenzione particolare alla formazione nelle aziende, con la quale potremmo salvare le nostre maestranze che tanto ci sono invidiate e che ci permettono di far riconoscere il vero valore al made in italy nel mondo facendo mantenere i riflettori quelli buoni puntati sul nostro paese”.
“Il 2023 – assicura – sarà un anno da affrontare con grande serietà ed è inevitabile mettere in campo nuove strategie, la nostra attenzione aziendale è sempre rivolta la mercato statunitense al terzo posto nel ranking mondiale come consumatori di scarpe dopo Cina ed india, e per questo stiamo implementando una nuova piattaforma, appena realizzata, per la vendita online dedicata a questo mercato con nuovi prodotti specifici”.