Perchè questo articolo potrebbe interessarti? Anno nuovo, primi problemi. L’impennata del costo della benzina è stato il primo colpo al consenso del governo Meloni. Con lo stop allo sconto il carburante sfiora i due euro. E iniziano i primi malumori nella maggioranza.
Un autogol di cui solo ora si stanno valutando le conseguenze. E prende forma la consapevolezza di essersi mossi con troppa leggerezza. Lo stop allo sconto di 18 centesimi sul prezzo del carburante, con l’inevitabile impennata del costo della benzina, è stato il primo colpo al consenso del governo Meloni. Quanto pesante, si vedrà. Di certo è una misura impopolare per i cittadini che sono andati a fare il pieno il primo giorno dell’anno. E che in queste ore vedono che un litro sfiora i 2 euro.
Malumore in Forza Italia
Così nella maggioranza si sta valutando di correre ai ripari per evitare un ulteriore danno d’immagine, magari con uno sconto soft. È tutto in fase di confronto, ma fonti qualificate non escludono un provvedimento nelle prossime settimane per ristabilire la situazione, nel caso in cui dovessero registrarsi ulteriori aumenti. Soprattutto in Forza Italia è montato il malumore per il comportamento del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha messo la faccia sulla misura a più riprese: l’ultima volta nell’intervista rilasciata a La Stampa.
«In fase di approvazione della Legge di Bilancio abbiamo fatto un esame delle priorità e in questo ragionamento abbiamo deciso di intervenire stanziando 21 miliardi di euro contro il caro bollette», ha affermato, sostenendo «il prezzo dei carburanti sopra i 2 euro oggi è solo speculazione». Così, nel partito di Silvio Berlusconi, sempre molto attento alla popolarità degli interventi economici, c’è chi ha chiesto – lontano da orecchie indiscrete – di evitare la rivendicazione di queste scelte. «Non si capisce il motivo per cui dobbiamo spiegarlo noi…», dice a microfoni spenti un deputato di Forza Italia.
Sconto benzina annullato
La correzione di rotta è stata indicata, seppure con diplomazia, da Luca Squeri, deputato di Fi e responsabile energia degli azzurri, ha auspicato che «si lavori affinché si possano presto individuare le risorse necessarie alla riduzione strutturale delle accise sulla benzina» visto che «annullato lo sconto, sulla benzina siamo tornati a pagare il problema atavico dell’Italia: siamo il Paese europeo in cui le tasse incidono maggiormente sul prezzo alla pompa». Insomma, se non il contrario di quello detto dal ministro, un approccio che è andato molto vicino.
Il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, da un lato ha difeso Pichetto Fratin, d’altra parte ha sottolineato: «Vigiliamo e, se necessario, interverremo». L’aria è quella di un cambio di rotta, dopo aver compreso che i rincari della benzina rischiano di avere un effetto domino. Come evidenziato dal deputato Luca Pastorino: «La non decisione dell’esecutivo di Giorgia Meloni rischia di avere un ulteriore impatto sull’inflazione. Visto che i trasporti saranno più onerosi e si può registrare un effetto a cascata come abbiamo visto di recente», ha osservato.
Rebus risorse
Ancora più duro è stato il vicepresidente del Movimento 5 Stelle Mario Turco, che parla di «austerity che scarica su cittadini, imprese e famiglie i costi di una situazione economica già difficile. E’ peggiorata anche dalla sciatteria e inadeguatezza delle scelte economiche di questo governo». Insomma, pure le opposizioni hanno trovato un argomento convincente su cui incalzare il centrodestra. Un bel rebus per un esecutivo che è alle prese con oggettive ristrettezze di bilancio. Per cui da Fratelli d’Italia è arrivato un messaggio tranquillizzante. «Il taglio strutturale delle accise resta nell’orizzonte del programma del governo; ma non si può pretendere di avere tutto subito». Afferma il capogruppo in commissione Finanze alla Camera, Saverio Congedo. Un avviso ai cittadini ad avere pazienza per provare a prendere un po’ di tempo. Prima che dai sondaggi suoni qualche allarme.