Non c’è solo la guerra in Ucraina. Tra le cause dell’emergenza farmaci, per cui nelle farmacie scarseggiano, tra gli altri, Tachipirina e Moment, ci sono anche la debolezza del cambio euro-dollaro – che influisce sull’import di principi attivi da Cina e India – difficoltà logistiche dei trasportatori, l’aumentata richiesta a causa del boom dell’influenza.
Secondo Aifa, mancano 3200 farmaci
Ma sui banconi delle farmacie di tutta Italia non mancano solo Tachipirina e Moment: secondo l’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, sono 3.200 le categorie di farmaci quasi irreperibili tra i quali rientrano anche antipertensivi, antidepressivi e diuretici. Non sono segnalati invece problemi per antivirali e vaccini (compresi quelli anti-Covid).
Le motivazioni di Aifa
Secondo la stessa agenzia -come si legge sul sito ufficiale – le motivazioni delle mancate consegne vanno dalla “cessata commercializzazione», definitiva o temporanea, a non meglio specificati “problemi produttivi», fino alla elevata richiesta e alla conseguente «distribuzione contingentata”. L’Aifa consiglia di rivolgersi al proprio medico o allo specialista per sostituire il medicinale solitamente utilizzato con uno generico, che ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa in termini di sostanze attive.
Le cause secondo Farmindustria
Farmindustria fornisce, però, maggiori dettagli su quella che oramai è una vera e propria emergenza. Da un lato l’aumento della domanda di medicinali, in concomitanza con le patologie influenzali e da Covid. Dall’altro, pesano le radici geopolitiche e lo scoppio della guerra in Ucraina. “Alcune categorie di farmaci – ha spiegato il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani – scontano in questo momento delle carenze, ma il 50% è stato già sostituito”.
Farmindustria: “Il 75% di tali materie o principi attivi deriva dall’import da Cina e India”
Il punto, sottolinea, è che «siamo in uno scenario globale reso più complesso a causa della guerra in Ucraina, e l’effetto competitivo si è scatenato soprattutto sulle materie prime che concorrono alla produzione dei farmaci, un ambito nel quale l’Europa è esposta, poiché il 75% di tali materie o principi attivi deriva dall’import da Cina e India. Noi importiamo questi principi attivi pagandoli in dollari – aggiunge Cattani -: scontiamo la debolezza del cambio euro-dollaro e gli aumenti dell’energia e del gas, per cui questo settore è in grande difficoltà”. Non solo: “Anche carta e imballaggi primari e secondari, quindi plastica e alluminio, sono sottoposti a tale dinamica competitiva». Una situazione che “sta gravando sempre di più sulle imprese del farmaco, che stanno ora provando a diversificare per arrivare a essere più autonomi nella produzione dei principi attivi”.
Le mosse del ministero della Salute
Intanto il ministro della Salute, Orazio Schilacci, ha ordinato “un’indagine per individuare i farmaci che registrano una reale carenza, degli interventi di risposta a breve e medio termine per far fronte tempestivamente ai bisogni dei cittadini e la definizione di attività di comunicazione e sensibilizzazione al fine di evitare allarmismi e conseguenti ingiustificate corse all’acquisto”.