Matteo Messina Denaro, protesta degli studenti contro lo Stato reo di essere stato complice in parte di una lunga latitanza del boss. Non tutti esultano all’arresto dell’ultimo capo di Cosa Nostra. C’è chi sottolinea i tanti anni di libertà beneficiati da Diabolik, che per troppo tempo si è mosso sia nell’ombra ma anche alla luce del sole.
Matteo Messina Denaro, protesta degli studenti contro lo Stato
Nel pomeriggio del giorno della cattura di Matteo Messina Denaro, a Palermo è andata in scena una protesta di alcuni studenti universitari davanti all’ingresso della caserma dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, mentre era in corso la conferenza stampa con i dettagli sulla cattura del super latitante.
Diversi striscioni sono stati esposti per protesta contro lo Stato, reo di essere stato complice della latitanza del boss: “non è una vittoria per lo Stato”, “è solo ipocrisia”. In un altro cartello: “Vittoria sarà quando sapremo i nomi dei mandanti esterni della strage”, o ancora “30 anni di latitanza protetta, ora Mmd collabori con la giustizia”.
Ecco chi l’ha coperto e dove negli ultimi tempi
L’ultimo latitante di Cosa Nostra è stato catturato in una clinica di Palermo ma si nascondeva in un altro paese siciliano negli ultimi tempi. Messina Denaro risiedeva a Campobello di Mazara, nel trapanese, paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, arrestato insieme al boss. Dunque, il suo covo che è stato perquisito per tutta la notte, si trovava in un centro abitato.
Il giorno dopo è sicuramente il tempo degli onori per chi ha lavorato alla cattura del boss ma non si possono dimenticare i troppi anni di libertà dell’ultimo capo di Cosa Nostra. “Matteo Messina Denaro è stato catturato grazie al metodo Dalla Chiesa, cioè la raccolta di tantissimi dati informativi dei tanti reparti dei carabinieri, sulla strada, attraverso intercettazioni telefoniche, banche dati dello Stato, delle regioni amministrative”, ha detto il comandante dei carabinieri Teo Luzi, arrivato a Palermo. “Una grande soddisfazione perché è un risultato straordinario. Messina Denaro era un personaggio di primissimo piano operativo, ma anche da un punto di vista simbolico perché è stato uno dei grandi protagonisti dell’attacco allo Stato con le stragi. Risultato reso possibile dalla determinazione e dal metodo utilizzato. Determinazione perché per 30 anni abbiamo voluto arrivare alla sua cattura, soprattutto in questi ultimi anni con un grandissimo impiego di personale e di ricorse strumentali”. “Un risultato – conclude Luzi – grazie al lavoro fatto anche dalle altre forze di polizia, in particolare dalla polizia di Stato. La lotta a Cosa nostra prosegue. Il cerchio non si chiude. E’ un risultato che dà coraggio che ci dà nuovi stimoli ad andare avanti e ci dà metodo di lavoro per il futuro, la lotta alla criminalità organizzata è uno dei temi fondamentali di tutti gli stati”.
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