Perché leggere questo articolo: il tema delle armi all’Ucraina è sempre più dibattuto. Ma governo e opinione pubblica sembrano concordare su una cosa: il sostegno massiccio può limitarsi alle armi difensive. I dati di “Termometro Politico” mostrano che la maggioranza assoluta degli italiani non approva l’escalation tedesca sui carri armati.
Armi all’Ucraina? Gli italiani non sono favorevoli a un’escalation come quella promossa dalla Germania. Lo rilevano i dati del più recente sondaggio di Termometro Politico, secondo cui il 56% degli italiani boccia la consegna dei Leopard-2. Ritenuta fonte potenziale per un allungamento del conflitto.
Armi all’Ucraina, la maggioranza anti-carri
Un responso importante, qualora l’Italia volesse considerare una mossa analoga. Destinata a essere rigettata dall’opinione pubblica. Oltre un terzo degli intervistati, il 34,7% del campione, ritiene che le armi non andavano proprio inviate. Un dato quasi doppio alla considerazione di chi (18,2%) ritiene che i Leopard andassero inviati prima.
Nel mezzo, una quota analoga di intervistati sostiene di essere contrario all’invio di armi offensive ma non a strumenti di difesa (21,3%) o ritiene legittima la consegna dei carri a questo punto del conflitto (21,6%). Il 4,2% del campione non sa o non risponde.
La Difesa dell’Ucraina? Rimane comunque sostenuta
Il dato interessante è analizzare che l’opposizione all’invio di carri non significa un rifiuto del sostegno italiano all’Ucraina. Sommando chi è a favore dei Leopard 2 e chi invece sostiene le armi difensive si arriva al 61,1% dei rispondenti. La difesa di Kiev è ritenuta legittima, meno le mosse che potrebbero spingere all’escalation.
Una linea che sostanzialmente coincide con quella del governo Meloni, che sta promuovendo l’invio di strumenti complessi ma difensivi. Le più recenti di cui si parla sono i sistemi anti-aerei Samp-T. Un dispositivo complesso ma eminentemente difensivo. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto è, assieme al premier e al consigliere diplomatico di Palazzo Chigi Francesco Talò, schierato convintamente a fianco del supporto all’Ucraina. Ma l’Italia non ha il furor bellicista di Paesi come la Polonia né l’interesse strategico a un escalation che hanno Regno Unito e Usa.
La Russia è un avversario, in questa fase, ma non un nemico esistenziale. E nella giornata odierna è giunta la conferma del governo, che ha annunciato che l’Italia ha dichiarato che non intende fornire armi pesanti a Kiev. A seguito dell’incontro alla base di Ramstein, Roma aveva annunciato il solo trasferimento della batteria Samp-T alle Forze Armate dell’Ucraina. Senza impegnarsi in passi ulteriori.
Le armi italiane? Iniziano a scarseggiare…
Del resto, commentano gli analisti dell’Osservatorio Globalizzazione, se anche volesse il sistema-Italia sarebbe a corto di armi paragonabili ai Leopard.
Il Leopard è un carro armato versatile ritenuto il miglior mezzo da combattimento corazzato dell’Europa odierna. L’Italia detiene invece un’eccellente componente balistica, aeronautica e navale. Ma in quanto a forze di terra non dispone di un carro paragonabile al Leopard, all’Abrams americano, al Challenger britannico o al Leclerc francese. Il nostro carro principale è l’Ariete, disponibile solo in 30 esemplari.
Inoltre, nel campo delle forze armate italiane inizia a crescere la consapevolezza che la disponibilità di armi inizi a scarseggiare tout court. Dopo aver inviato blindati, mortai e sistemi antiaerei come l’Aspide per svuotare gli arsenali, l’Italia è al limite. Schiacciata tra le necessità dell’industria della Difesa e la spinta dell’Ucraina a richiedere nuove armi. La sensazione, condivisa dai militari, è che il Samp-T sia il pur consistente non plus ultra. Un sistema difensivo, che può unire la maggioranza dei favorevoli alle armi all’Ucraina, ma anche non apparire inviso a chi è ostile al sostegno massiccio a Kiev.
Per approfondire: La grande guerra per l’Europa e il doppio contenimento americano (osservatorioglobalizzazione.it)
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