Dino Giarrusso è finito al centro delle polemiche dopo il suo ingresso nel Pd. Infatti, nelle scorse ore sono rispuntate le sue parole dure proprio contro i dem del passato. Così gli vengono chieste delle scuse.
Dino Giarrusso, rispuntano gli attacchi al Pd
Dino Giarrusso dopo il suo ingresso nel Pd, sono spuntati fuori i suoi attacchi al partito dei dem del passato. Lo scorso 10 agosto ci fu un diverbio con Bonaccini su Twitter. “Gente che ci spiega che l’Emilia-Romagna non può essere mai presa a riferimento. Abbiamo difetti e facciamo errori, come tutti, ma se l’Italia assomigliasse un po’ di più all’Emilia-Romagna sarebbe un Paese migliore”, aveva scritto il presidente dell’Emilia Romagna. “Come che FOSSE una colpa”, caro Bonaccini. E sarebbe meglio scrivere “come se”, non “come che”, ma quella è una scelta lessicale. Scambiare “fosse” con “sia” è invece proprio un errore da matita blu. In bocca al lupo, come che sia”, gli aveva replicato l’ex pentastellato.
Poi, ecco la controrisposta di Bonaccini: “Giarrusso quando vuole confrontarsi su lavoro, imprese, scuola, sanità, ambiente, sport, agenda digitale sono qui. Anche sulla cultura. Pensi che due anni e mezzo fa la differenza tra chi ha eletto me e chi ha votato il suo candidato M5s è stata di 51,5% a 3,5%. Tutti scemi?”.
Inoltre, Giarrusso polemizzò anche sui presunti rapporti tra PD e Salvatore Buzzi, imprenditore indagato nell’inchiesta Mafia Capitale. “Buzzi era iscritto al Pd e lo rivendicava orgoglioso”, scrisse Giarrusso a febbraio 2018 pubblicando un articolo di giornale su Twitter.
Il tempo delle scuse
“Noi siamo un partito aperto a chiunque. Se Dino Giarrusso vorrà entrare e iscriversi al Pd, prima di tutto chieda scusa a chi ha ferito in passato e dimostri di accettare le regole e il percorso di questo partito”, sono state le parole di Bonaccini sul palco della sua convention ‘Energia popolare’ a Milano.
Anche Fassino è della stessa idea. “Dovrebbe chiarirsi le idee e su questo ci aspettiamo delle scuse”. Poi: “il nostro partito è aperto sempre ai contributi di tutti – dice Fassino – anche di quelli che cambiano opinione e riconoscono le nostre buone ragioni”.