Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? La Corte europea dei diritti umani ha emesso una nuova sentenza relativa a un caso cominciato in Lituania dieci anni fa. La sentenza stabilisce che definire dannosi i libri per l’infanzia che ritraggono famiglie omogenitoriali è una violazione della libertà d’espressione.
Qual è lo stato attuale della rappresentazione delle famiglie arcobaleno nei libri per l’infanzia? L’abbiamo chiesto a Francesca Cavallo, autrice di volumi come Storie della buonanotte per bambine ribelli ed Elfi al quinto piano.
Dopo la sentenza della Corte europea dei diritti umani, che ha il compito di far rispettare la Convenzione europea dei diritti umani, si è riaperto il dibattito sui libri per l’infanzia e la rappresentazione delle persone LGBTQ+, con particolare attenzione alle famiglie omogenitoriali. Qual è la situazione editoriale italiana? Ne abbiamo parlato con Francesca Cavallo.
Nella tua esperienza come autrice hai realizzato un romanzo per l’infanzia, Elfi al quinto piano, che è una storia natalizia con una famiglia omogenitoriale come protagonista. Cosa ti ha spinta a questa scelta?
Io sono una donna lesbica e queer. Sono stata una bambina queer, anche se allora non sapevo che le persone queer esistevano e che avere una relazione romantica con una donna fosse possibile. La completa assenza di rappresentazione di persone LGBTQIA nei media con cui sono cresciuta ha avuto un impatto negativo sulla mia vita e ha determinato un fortissimo ritardo in uno sviluppo sereno e completo del modo in cui vivevo la mia affettività e la mia sessualità.
Rappresentare il mondo nella sua gloriosa diversità è un modo di rispettare i bambini, perché dà loro la possibilità di farsi un’idea del mondo per quello che è e non per quello che alcuni adulti vorrebbero che fosse.
Per questo ho scritto Elfi al quinto piano, volevo un libro in cui una famiglia come quella che io ho sempre sognato di costruire fosse “normale”… perché lo è!
Com’è stato accolto Elfi al quinto piano dal mercato editoriale e dal pubblico? Hai avuto dei feedback da parte di alcune famiglie omogenitoriali?
In Italia il libro ha avuto molto successo: è stato il primo libro per bambini con una famiglia omogenitoriale come protagonista a entrare in classifica. Ne sono molto orgogliosa! Tantissime famiglie lesbiche e non mi hanno detto che è diventato un classico di Natale per loro e questo mi commuove.
Tu hai lavorato e pubblicato libri sia in Italia che all’estero. Secondo la tua esperienza, in che stato è l’editoria italiana per quanto riguarda i libri per l’infanzia e la rappresentazione queer? Hai notato delle differenze rispetto agli USA, dove sono nate le Storie della buonanotte per bambine ribelli?
Gli Stati Uniti sono un Paese infinitamente più grande dell’Italia, quindi è fisiologico che su alcuni temi “di nicchia” ci sia una maggiore rappresentazione nel mercato americano, semplicemente perché numericamente ci sono più persone che si interessano a determinati temi. Detto questo, in molti stati americani ci sono tanti libri che vengono messi al bando, e questo per fortuna in Italia è un fenomeno estremamente meno comune.
Quanto è importante la rappresentazione delle persone queer e in particolare delle famiglie omogenitoriali nei libri per l’infanzia?
Moltissimo. Rimuovere le persone LGBTQIA dai libri per bambini vuol dire fare propaganda: che piaccia o meno, le persone omosessuali, trans, queer, bisessuali… esistono. Perché mai ai bambini dovrebbe continuare a essere nascosta la nostra esistenza? Chi trae beneficio da questa censura?