“È finita; è finita la magia e con questo è finito tutto….”. L’amara considerazione fatta da un tifoso milanista vip, oltre che doc dalla nascita, mentre lascia prima del fischio finale la Tribuna d’Onore di San Siro è identica al pensiero di molti, moltissimi tifosi rossoneri. Perché la cosa che preoccupa da Pioli a Maldini, da Massara all’ultimo dei tifosi è che nessuno ad oggi sa spiegare cosa sia successo ai rossoneri passati, dal 2-0 con la Roma (partita poi finita in parità), in un incubo senza fine. Ma c’è anche di peggio, perché non solo nessuno sa trovare una spiegazione; oggi nessuno sa trovare una via d’uscita, sa cosa fare da domani.
Pioli le ha provate tutte
Pioli infatti in queste settimane le ha provate tutte. Dopo gli schiaffoni (3) presi in amichevole pre ritorno di gennaio dal Psv l’allenatore, vedendo la squadra spenta e lontana da se stessa, ha già utilizzato la carta del ritiro punitivo e dell’allenamento aggiuntivo senza però avere nulla in cambio. Ma se il bastone non ha dato risultato nemmeno la carota funziona. Che fare quindi? Da San Siro, dalla riunione post batosta con il Sassuolo dei vertici rossoneri esce la voce dell’arrivo, domani, di Sportiello. Tatarusanu infatti non viene più ritenuto all’altezza. Però non si capisce una cosa: pochi giorni fa Scaroni, Presidente del Milan, aveva dichiarato: “Maignan rientra per il Tottenham”, cioè tra poco più di due settimane. Ed allora, perché fare un’operazione per due sole partite di campionato? La sensazione è che in realtà il superportiere francese potrebbe restare fuori ancora a lungo…
Milan, il problema portiere
Ecco, Maignan. Se c’è una cosa che manca rispetto al Milan tricolore di pochi mesi fa è proprio il portiere. Oggi, forse più che ieri, in molti hanno compreso l’importanza di un portiere capace con le sue parate prodigiose di regalare punti dimostratisi poi decisivi per la vittoria dello scorso campionato. Un anno fa poi c’era anche Ibrahimovic; certo in campo non giocava tantissimo, ma quando era in campo riusciva a fare la differenza. La sua presenza non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto da quello psicologico, trascinava e migliorava tutti i compagni. Quest’anno lo svedese non ha ancora toccato il campo. I suoi discorsi motivazionali di fatto non hanno più presa sui compagni che sembrano lontani parenti dei leoni super convinti della scorsa primavera.
Milan, manca la società
Manca poi la società. In settimana si è pure aggiunta la notizia di un’inchiesta della Procura di Milano sulla cessione da Elliott a Red Bird. Cardinale non c’è, non si vede, non mette soldi per il mercato. E la domande anche su di lui in tribuna oggi non mancavano. Maldini e Massara sono anche loro sotto esame. Martedì scorso le dichiarazioni di Maldini a Roma dopo il poker preso dalla Lazio con cui di fatto il ds rossonero scaricava gran parte delle responsabilità alla mancanza di fondi per il mercato, quindi di fatto attaccando la proprietà vecchia e nuova, non sono passate inosservate. Pochi minuti dopo, persone vicine ad Elliott hanno puntualizzato con alcuni giornalisti l’elenco degli investimenti fatti negli ultimi due anni. Tensione quindi…
Uscendo dallo stadio l’aria era tesa. Domenica prossima c’è il derby con l’Inter; per alcuni la partita perfetta per rialzarsi, per altri la peggiore dato che in caso di sconfitta ci sarebbe solo il baratro davanti. Non abbiamo parlato di Pioli. A fine ottobre, tre mesi fa, la firma del rinnovo del contratto fino al 2025 con stipendio aumentato a 4,5 mln più bonus. Allora era il migliore ed il vero segreto del Milan tricolore. Oggi forse quello più sul banco degli imputati di tutti. Ma segreto del successo a colpevole del fallimento. Il calcio è anche questo.