Non passa settimana senza che una delle big del calcio europeo non si trovi alle prese con una bufera di carattere giudiziario (sportivo). Prima la Juventus, che rischia di stare fuori dall’Europa e che dovrà passare da altri processi federali dopo il -15 per la questione plusvalenze, per la quale bisognerà attendere ancora un paio di mesi prima del passaggio al Collegio di Garanzia del Coni a sua volta al centro di mille polemiche. Poi l’inchiesta della Premier League contro il Manchester City, accusato di oltre 100 violazioni delle norme finanziarie della lega inglese in un periodo lungo oltre un decennio: gli altri club si sono riuniti per chiedere il massimo della pena (retrocessione in Premiership) ma la vicenda è destinata a non risolversi a breve così come non sono state veloci le indagini nate dalla pubblicazione dei files di Football Leaks nell’ormai lontano 2018.
Il pagamento di oltre 1 mln all’ex vice-presidente del Comitato tecnico arbitrale della Liga spagnola
L’ultima multinazionale del pallone a finire sotto schiaffo è stata il Barcellona per una storia che, calata in qualsiasi altra realtà calcistica, avrebbe provocato sollevazioni popolari. In rapida sintesi, il club catalano avrebbe (ma non è stato smentito nemmeno dalla stessa dirigenza) pagato 1.392.680 euro con regolare fattura tra il 2016 e il 2018 una società riferibile a José Marìa Enrìquez Negreira che all’epoca era vicepresidente del Comitato tecnico arbitrale della Liga spagnola. Una circostanza emersa nel corso di alcuni controlli effettuati dal Fisco locale sulla società di Negreira e che il protagonista ha confermato.
La rivelazione non è passata sotto silenzio
La rivelazione non è passata sotto silenzio. Anzi. La stampa di Madrid ha alzato il tiro gridando allo scandalo anche perché, secondo quanto riportato da chi ha reso pubblica la notizia, nella relazione dell’Agenzia tributaria si scrive che attraverso questa partnership “il Barcellona voleva assicurarsi che non venissero prese decisioni arbitrali nei suoi confronti e che tutto fosse neutrale”.
Surreale la replica dei catalani
La replica dei catalani è stata, se possibile, ancora più surreale. In un comunicato scritto anche per denunciare la fuga di notizie “rilasciate proprio quando la squadra ha raggiunto la sua forma migliore della stagione”, i dirigenti del Barça hanno confermato di essersi avvalsi di un consulente esterno per ricevere report sui giovani più promettenti in giro per la Spagna e, in seguito, per ottenere “rapporti tecnici relativi all’arbitraggio professionale al fine di integrare le informazioni richieste dallo staff tecnico della prima squadra”. Insomma, per sapere come comportarsi e interpretare il regolamento in tutte le sue pieghe avrebbero immaginato di ricorrere direttamente al numero due degli arbitri della Liga, pagandolo con regolare fattura.
Cosa farà per il Barcellona del nemico Laporta, ma che gioca nella Liga dell’alleato Tebas?
Secondo il club blaugrana “questa è una pratica comune tra le squadre di calcio professionistiche”. Affermazione che non trova riscontro nel passato, anche recente. L’inchiesta dell’Agenzia tributaria e quella che seguirà da parte della Liga e della federazione dovranno fare luce su tutti i risvolti della vicenda. L’unica certezza oggi è che tre delle società più in vista e ricche del calcio europeo sono nel mirino dei giudici ed esposte ad attacchi di stampa. Non il miglior modo di entrare nella fase decisiva della Champions League, alla vigilia del pronunciamento della Corte di Giustizia UE che dovrà dire una parola definitiva sulla Superlega e sul ruolo di organizzatore e controllore della Uefa. La quale in passato ha provato a mettere fuori il City sulla base delle stesse carte, venendo poi bocciata dal Tas di Losanna, e ha aperto un fascicolo contro la Juventus. Cosa farà per il Barcellona del nemico Laporta, ma che gioca nella Liga dell’alleato Tebas?