Perché questo articolo potrebbe interessarti? Saperlo prima è il primo festival sulla sessuo-affettività organizzato in Italia. A partire da una petizione su Change.org, Isabella Borrelli, Flavia Restivo e Andrea Giorgini hanno dato vita a un dibattito sull’educazione sessuale alla luce della contemporaneità. Ne abbiamo parlato con Giorgini.
(ha collaborato Elisa Belotti)
“Sex education is not a taboo”. No, l’educazione sessuale non è un tabù. Questo è un punto cardine di Saperlo prima Festival ed è lo slogan che si legge su un grande manifesto e che cattura l’attenzione di chi entra a Largo Venue. Al traffico di via Prenestina si contrappone una musica soffusa e un’atmosfera accogliente. All’inizio c’è poca gente: è venerdì 17, bisogna attendere un po’ prima che la sala inizi a riempirsi. La giornata lavorativa ormai volge al termine, ma uno sciopero nazionale dei mezzi di trasporto mette in crisi gli spostamenti all’interno di Roma.
Come nasce Saperlo prima Festival
Sul palco i tre organizzatori del Festival: Isabella Borrelli, Andrea Giorgini e Flavia Restivo spiegano che la creazione di questo evento, con panel e attività distribuite in tre giornate (Saperlo prima Festival si è svolto a Roma, dal 17 al 19 febbraio 2023), “è un punto di partenza per ricordare come abbiamo iniziato, con chi stiamo viaggiando e dove vogliamo arrivare”. Infatti, come racconta Andrea Giorgini a True News “tutto parte nell’estate del 2021, quindi quasi due anni fa. Inizialmente eravamo separati perché lavoravamo su due diverse campagne elettorali ed entrambe contenevano l’educazione sessuale nei loro programmi. Da lì abbiamo scritto su Change.org una petizione per l’introduzione dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole che ha raggiunto 35.000 firme nel giro di poche settimane”.
Giorgini non nasconde le difficoltà iniziali per rompere il muro di indifferenza sul tema. Con perseveranza hanno iniziato “a girare tra collettivi, scuole, città, circoli, discutendo e portando questa tematica anche all’attenzione della stampa e della politica. Purtroppo senza molte risposte”. La realizzazione del Festival è stata possibile anche grazie a “un bando della regione Lazio che ci ha permesso, tramite la vecchia amministrazione, di accedere a questo tipo di risorse, facendo un salto di qualità”, precisa Giorgini.
Self love e il workshop sulla liberazione pelvica
Nel frattempo la sala si riempie di persone. Il Festival non attende, si entra subito nel vivo delle attività. In apertura c’è il workshop “Liberazione pelvica” di Dafne Rara, self love coach. Parole chiave: amor proprio e movimento. Dafne Rara invita tutte le persone che vogliono partecipare a salire sul palco, poi pone una domanda: “Perché facciamo questa cosa stasera? È qualcosa per noi. Mettiamoci in cerchio, vogliamo condividere”.
Prendere consapevolezza di sè e del proprio corpo, per farlo Dafne Rara guida i partecipanti con la voce e con un sottofondo musicale che varia di ritmo in base al tipo di esercizio. La voce della self love coach si alterna a momenti di silenzio dove la respirazione è la vera protagonista. “Respiriamo, sentiamo la pancia che si gonfia e si sgonfia. Concentriamoci sul corpo”. La voce guida alterna consigli a spiegazioni più tecniche: “Il pavimento pelvico è una zona dove immagazziniamo traumi ed emozioni non espresse”.
Si susseguono vari esercizi: si gioca con la velocità della musica, ci si muove disegnando un segno dell’infinito con le creste iliache, mani sul basso ventre per sentire come si gonfia e si sgonfia. “Sentiamo la nostra temperatura interna”, sollecita l’esperta.
Per l’ultima parte del workshop Dafne Rara chiede ai partecipanti di mettere una benda sugli occhi, poi domanda: “Secondo voi perché bendati?”. Diverse persone intervengono; c’è chi dice “Affina gli altri sensi”, qualcuno sostiene “Così non ti vergogni” e per altri serve “A non farsi influenzare dai movimenti delle altre persone”. Dafne Rara sprona le persone bendate sul palco a trovare il loro spazio: “Vi guido con la voce, ondeggiate e seguite la musica”. Il workshop si conclude con la domanda “Come state?”. L’atmosfera è rilassata e la serata prosegue.
Saperlo Prima: tra decostruzione e consapevolezza, la strada da percorrere è lunga
Per Andrea Giorgini serve “un’educazione al consenso per decostruire i significati erotomani creati attorno alla sessualità”. Poi aggiunge: “Viviamo in un duplice scenario; da una parte non abbiamo un’educazione, dall’altra siamo bombardati di messaggi a sfondo erotico. In questo modo ci portiamo dietro pregiudizi, stereotipi e una patologizzazione delle sessualità non conformi”.
Il panel dal titolo “Il corpo: intimità, espressione e sessualità”, accende i riflettori sul binomio corpo-sessualità. A prendere la parola per prima è Marianna the influenza, creatrice di contenuti su grassofobia e uguaglianza. Marianna the influenza parla di persone razializzate e di corpo nero delle donne e ricostruisce tutti gli stereotipi che si sono stratificati e che sono frutto del retaggio coloniale, dalle canoniche immagini nei porno fino ai luoghi comuni sulle vittime di tratta. “La costruzione di un equilibrio tra corpo e sessualità passa dalla decostruzione di concetti che abbiamo interiorizzato”, dice Marianna the influenza, poi aggiunge “La parola chiave è consapevolezza. Quando fai parte di una comunità marginalizzata devi consapevolizzare”.
Il corpo rimane il focus della conversazione: “Siamo immersi in un sistema in cui ci sono dei corpi preferenziali”, esordisce Marina Cuollo, scrittrice e content creator che si occupa di discriminazioni, pregiudizi e rappresentazione della disabilità. Poi l’argomento cambia, viene chiesto a Marina Cuollo se la sessualità è un diritto. Non esita e afferma: “la sessualità è un diritto per tutte le persone che hanno un corpo”. Si parla di assistenza sessuale in Italia e di quanto sia fondamentale l’introduzione della figura di assistente sessuale, ossia un professionista specializzato che aiuta la persona disabile a entrare in contatto con il proprio corpo. Ma per raggiungere questi obiettivi sono molti gli step. Secondo Cuollo, “bisogna decostruire una serie di bias intorno ai corpi, non si può continuare ad associare performatività e sessualità”.
Saperlo prima, percorsi di educazione sessuo-affettiva
Il dibattito su corpo e sessualità finsice con una domanda rivolta a Cristina Prenestina, la drag queen che racconta storie ai bambini: “È possibile parlare di sesso e sessualità ai bambini?”. La risposta è netta: “Io racconto storie di autodeterminazione, non di sesso. Ma con attenzione e preparazione si può e si deve parlare di tutto”.
Come spiega Giorgini a True News è importante fare “una selezione di argomenti fondamentali come consenso, intimità, conoscenza del proprio corpo, conoscenza dello spettro sessuale, depatologizzazione e anche destigmatizzazione delle patologie collegate alla sessualità. Sicuramente è un percorso da costruire sulla sulla base della maturità degli studenti”.
“La responsabilità sta nel dare giuste risposte alle nuove generazioni affinché vivano una sessualità consapevole. Non tanto dare un’impostazione morale o considerare ciò che è sessualità giusta e ciò che è sessualità sbagliata, ma semplicemente dare gli strumenti“, è questo l’obiettivo del Festival e più in generale dell’introduzione dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole.
Facciamo notare a Giorgini che sono sempre più numerose le scuole che organizzano dei percorsi di affettività e sessualità. Giorgini è d’accordo e si dice contento, “tuttavia sono spesso progetti lasciati alla risorse individuali delle scuole o ai collettivi presenti all’interno delle scuole stesse. C’è bisogno per queste tematiche di ricorrere a dei professionisti della salute mentale e sessuale, lo Stato non può lasciare l’educazione sessuale allo spirito di iniziativa, perché questo genera disuguaglianze”.