Perché potrebbe interessarti questo articolo? Alle primarie del Pd tornano in gioco molti dei rottamati da Matteo Renzi. Pier Luigi Bersani ha lasciato intendere la propria preferenza per Elly Schlein, mentre Ugo Sposetti, storico tesoriere dei Ds, ha annunciato il voto per la deputata. Così tra silenzi eloquenti e dichiarazioni pubbliche, i “rientranti” fanno sentire la propria voce e il proprio peso.
Gli occhi sono tutti puntati sui rottamati che tornano nel Partito democratico. Da Massimo D’Alema a Pier Luigi Bersani, infatti, molti grandi ex rientrano in grande stile, dopo la fuoriuscita decisa all’epoca della segreteria Renzi, che li portò a fondare un progetto in proprio con l’esperienza elettorale di Leu, nel 2018, non proprio memorabile. Ora “i rottamati” danno paradossalmente sostegno alle primarie di domenica prossima chi in passato li ha combattuti, sebbene la rottamazione sia poi stata compiuta da altri.
Primarie Pd: con chi stanno gli ex rottamati
Elly Schlein, la candidata scelta alle primarie da Articolo Uno, è stata infatti l’animatrice di OccupyPd, l’iniziativa di protesta con la leadership di allora, che vedeva Bersani in prima fila e D’Alema nel ruolo di regista. Solo che passato parecchio tempo e ora i vecchi capi della Ditta del centrosinistra devono fare di necessità virtù: tra Stefano Bonaccini, con un passato da fedelissimo di Renzi, ed Elly Schlein, la scelta è forzata: bisogna puntare su di lei, che nel frattempo ha smussato certe spigolosità.
L’altra soluzione sarebbe quella di affidarsi all’ex presidente della Regione Emilia-Romagna
L’altra soluzione sarebbe quella di affidarsi all’ex presidente della Regione Emilia-Romagna: significherebbe tornare nella tana del lupo, a una visione politica più renziana; la stessa che aveva spinto Bersani&Co. alla scissione. Per questo il segretario di Articolo Uno, Roberto Speranza, ha detto agli iscritti di votare per la giovane deputata. Un drappello che, tra i parlamentari, coinvolge tra gli altri Arturo Scotto e Nico Stumpo. Con loro figura un altro big del passato, come Ugo Sposetto, storico tesoriere dei Ds. Di recente ha fatto il proprio endorsement per Schlein.
Prodi e Schlein uniti da Bologna
Così come, seppure da un altro versante da “rottamato”, Romano Prodi, a fari spenti, spinge per la vittoria di Schlein ai gazebo. I due hanno un ottimo rapporto, costruito nella loro Bologna, e l’ex presidente del Consiglio sarebbe entusiasta di una svolta femminile alla guida del principale partito di centrosinistra. Secondo quanto apprende True-news.it, c’è chi lavora a convincere Prodi a fargli prendere una posizione pubblica, con un’intervista nelle ultime ore prima del voto ai gazebo, o anche solo una dichiarazione.
Sarebbe un bel regalo, ma – stando ai rumors – è difficile che accada. Perché l’ex presidente del Consiglio è intenzionato a non aizzare polemiche. Un altro rottamato per eccellenza, Enrico Letta, era già tornato in campo dopo le dimissioni da segretario di Nicola Zingaretti. Solo che con questo congresso si avvia al tramonto della sua carriera politica. La sua leadership è stata bocciata dalle elezioni. Come gli altri big, però, preferirebbe il successo della deputata, che del resto ha candidato nelle liste delle Politiche, nonostante non fosse nemmeno iscritta al Pd.
Primarie Pd: la posizione dei popolari
Tra i rottamati doc, tace anche Walter Veltroni che si limita a fornire analisi generali del quadro politico, senza tuttavia mettere piede nella contesa che deciderà il nuovo segretario del partito, di cui è stato il primo leader. Si mormora che la sua preferenza sia per Bonaccini, ritenuto più adeguato a rilanciare i dem come soggetto principale del centrosinistra. Più nota, invece, l’idea dei reduci dell’area popolare, anima del vecchio Ppi.
Beppe Fioroni e Pierluigi Castagnetti hanno minacciato di non rinnovare la tessera in caso di modifica al manifesto del partito. In un’ottica troppo spostata a sinistra. Una presa di posizione che li porta nell’alveo dei sostenitori del presidente della Regione Emilia-Romagna.
I capicorrente alle primarie del Pd
Chi invece si è ampiamente espresso è la pattuglia dei capicorrente, come Dario Franceschini. Un altro che fu lambito dalla rottamazione (Renzi lo definì il vice-disastro, perché era stato vicesegretario con Veltroni). Il primo a dare il sostegno a Schlein, vedendo in lei il potenziale di un cambiamento del partito. Una mossa che ha spiazzato tutti, essendo la deputata una sorta di corpo estraneo al correntismo del Pd.
Ma la corsa alla leadership a Largo del Nazareno riguarda tanti altri nomi che non sono stati lambiti dalla rottamazione renziana, perché sono arrivati dopo o perché in quella fase si sono accodati al leader toscano, oggi a capo di Italia Viva. Oggi sono i ben noti capicorrente che influenza la linea del partito. È il caso dell’ex ministro Andrea Orlando, che appoggia Schlein seppure senza squilli di tromba in pubblico, e di Matteo Orfini, che ha puntato invece su Bonaccini, al pari di tutti gli ex renziani che sono invece rimasti nel Pd, come l’attuale presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, punto di riferimento della corrente Base riformista. Ma loro almeno non sono mai stati rottamati, nemmeno dopo la fuoriuscita del loro ex leader.