Se chiedete a qualsiasi dirigente sportivo, minimamente esperto di marketing, chi siano i migliori al mondo nel vendere il loro prodotto per fare spettacolo e soldi, beh, la risposta sarà una ed una sola: la Nba. In questo weekend dove la lega del basket Usa ha regalato quello che è in assoluto il weekend dello spettacolo ad ogni costo i dirigenti negli uffici di New York sono riusciti ad inventare due cose che, davvero, solo loro. Il tutto partendo da due problemi.
Le due invenzioni partite da due problemi
Il primo riguardava la fase di stanca, per non dire di crisi, delle ultime edizioni della Gara delle Schiacciate, una delle cose che in realtà dovrebbero essere le più emozionanti in assoluto. Eppure nel 2022 e 2021 più che brividi le evoluzioni dei vari competitori non avevano lasciato il segno e la Nba non accetta l’idea del calo di interesse. E così ecco l’idea; che parte dal fatto che in America esiste un mondo parallelo e terribilmente di successo di competizioni di schiacciate non legate a giocatori professionisti. Si tratta di manifestazioni dove si affrontano non dei giocatori di basket ma degli «schiacciatori» di professione. Gente a cui non chiedete di fare un tiro da tre o un assist dal palleggio ma che se si tratta di saltare, volare, roteare in volo e schiacciare, beh, sono decisamente meglio dei professionisti e, soprattutto, hanno un seguito social soprattutto tra i giovanissimi che i giocatori della Lega si sognano di notte. Quindi ecco l’idea: peschiamo da quel mondo e portiamolo nella Nba e sarà spettacolo assicurato.
C’è però un limite, una norma sacra (in America in apparenza tutto il mondo dello sport si basa sul rispetto – apparente – delle regole) secondo cui alle competizioni dell’All Star Game possano partecipare soltanto giocatori che hanno in corso un contratto con una delle squadre. E qui il genio.
Se i dirigenti della Nba decidono una cosa, quella è legge
Nessuno lo ammetterà mai ma, guarda caso, ecco che a pochi giorni dal weekend i Utah i Philadelphia 76ers hanno messo sotto contratto Mac McClung, minuscolo (è alto solo 185cm) ma esplosivo schiacciatore presentato da ieri su tutte le testate come uno «sconosciuto» ma che in realtà essendo di professione proprio e solo uno «schiacciatore» da anni ha milioni di follower per le sue acrobazie per lo più sui playground che sui campi dell’Nba. Ed ecco che lo spettacolo è tornato ai livelli di prima. Insomma, una sorta di trucchetto (lecito) che verrà presto smascherato conteggiando i minuti di pallacanestro reale, cioè di campo, di McClung. Ma business is business e a nessuno, nessuno, è venuto in mente di gridare allo scandalo. Se i dirigenti della Nba decidono una cosa, quella è legge.
La geniale idea che ci fa tornare alle partite in cortile
La seconda grande idea è stata poi farci tornare all’epoca delle partite di pallone in cortile, quando i due più forti dopo aver fatto a sorte, decidevano i compagni di squadra prima uno poi l’altro. Ecco, quello è stato il momento più alto di una partita che non ha nulla di agonistico ma che almeno ha regalato la smorfia dell’ultimo scelto, pardon, l’ultimo rimasto. Ieri sul parquet di Salt Lake City come anni fa in cortile: il più scarso.