E’ il giorno delle Primarie Pd. Alle 14 di domenica 26 febbraio il treno della linea Lilla, che mi porta dalla fermata Garibaldi a Segesta, zona San Siro a Milano, è quasi vuoto. Dopo un sabato primaverile, Milano si è risvegliata al freddo e sotto la pioggia. La zona che circonda la fermata è praticamente vuota. Se non per qualche tifoso rossonero, in attesa della sfida in serata con l’Atalanta. Ma del calcio poco mi interessa.
Primarie PD, Schlein a Milano: una passeggiata tra i seggi di San Siro
Sono venuto in uno dei quartieri periferici della città per capire quanto interesse ci sia per le primarie del PD. Per i giornali – leggo i titoli in edicola di Repubblica e Corriere – è l’evento politico più atteso dopo le Regionali. In metro, due ragazze accennano al confronto tra Schlein e Bonaccini ma non sembrano concretamente interessate al voto. “Non ho con me la tessera elettorale”, dice una delle due all’altra. Chiuso l’argomento. Parlano della fashion week.
Primarie PD, il seggio nel “kebabbaro”
Raggiungo, con un ombrello raccattato dai venditori ambulanti e le cuffie nelle orecchie, il seggio allestito in piazza Selinunte. Si vota all’esterno di un locale dove si vende il kebab. Il cosiddetto “kebabbaro”. Il Pd punta al voto multiculturale: mi incuriosisce conoscere l’opinione sulle primarie dei dipendenti del ristorante. Il ragazzo al bancone, appena mi vede, non mi chiede chi preferisca tra Schlein e Bonaccini ma se mi piaccia di più il kebab o il falafel. Alle primarie non è interessato. “Non so cosa siano – mi spiega, dopo avergli chiesto una bottiglietta d’acqua – e non posso votare perché non ho il permesso di soggiorno”.
Primarie PD, le signore dal “kebabbaro”: “Non votiamo”
Magari, penso, la scelta della location può essere un ottimo compromesso per attrarre elettori. Prima di una x sulla scheda, un panino può rischiarire le idee. All’unico tavolo occupato, siedono due signore. Pellicciotto fucsia sgargiante per una, cappotto nero, più sobrio, per l’altra. Entrambe, alla mia domanda sulle primarie, glissano subito: “Noi non votiamo PD”. Peccato, l’aspetto radical chic mi ha tradito.
Primarie PD, il 74enne Giuseppe: “Il partito deve cambiare le sue priorità”
All’esterno, il gazebo c’è. “L’affluenza – mi racconta una ragazza dai capelli ricci mossi dal vento – è alta. Siamo contenti. Hanno votato tanti giovani”. Al momento del mio arrivo, però, c’è solo Giuseppe, un uomo di 74 anni, viso sereno e voglia di parlare: “Il Pd deve cambiare le sue priorità: i diritti civili sono importanti, non sono sbagliati, ma prima vengono i bisogni primari. Quindi casa, lavoro, sanità. Poi ci sono i valori di auto-affermazione”.
Primarie Pd al Circolo “Pio La Torre: “La sinistra milanese è l’ultima cosa che serve al Paese”
Giuseppe vive da sempre nel quartiere popolare: “Una zona che è stata roccaforte della sinistra ma, che dopo vent’anni, si è spostata a destra”. Nel frattempo, il vento (del cambiamento?) soffia forte e il gazebo rischia di volare. Anche lui a destra. I volontari lo salvano e mi invitano a seguirli nel vicino circolo PD “Pio La Torre”, in via Monreale 19. Bastano pochi passi. La pioggia è più leggera, le strade sono deserte. Domenica grigia, spettrale. Ma al circolo, la bandiera del Pd e i manifesti dell’ANPI colorano l’atmosfera. Fermo due ragazzi, hanno l’aria di essere millenial. E confermano subito di essere trentenni. Parla Alessandro: “Sono un redattore precario. Il PD ha smesso di parlare di lavoro. Anche a Milano: ho votato per Sala ma la sinistra milanese è l’ultima cosa che serve al Paese”. Il tema del lavoro è centrale per tutti, di ambiente e diritti civili non parla nessuno. Alessandro e la sua compagna stanno per congedarmi dopo il voto. Poi mi sussurra all’orecchio: “Comunque ho votato Schlein”. Scommessa vinta con me stesso.
Primarie Pd al Circolo “Pio La Torre, lo scrutatore critica i 5 Stelle
I due scrutatori sono della vecchia guardia. Due settantenni arzilli. Parla uno di loro. E attacca con una critica agli altri partiti: “Il PD è l’unico che può permettersi di organizzare le primarie che coinvolgono centinaia di migliaia di persone. Mentre, tutti gli altri partiti sono una massa amorfa di personaggi dietro il leader”. Sostenitore infervorito delle primarie, lo scrutatore è entusiasta dell’evento. “Sono contento del risultato a prescindere”. L’elettorato di sinistra, però, ha anche un altro suo rappresentante, il Movimento Cinque Stelle. “E’ un partito – continua – che cerca soluzioni, seppur progressiste, troppo facili per ottenere consenso”. Gli chiedo del reddito di cittadinanza. Non si esprime. Anche perché arrivano altri due elettori. Una signora, con la bocca coperta dalla mascherina, è laconica: “Il Pd ha abbandonato i lavoratori. Vediamo, ad esempio, il jobs act dell’amico Renzi. Penso di aver detto tutto”.
La “rinascita” a Quarto Oggiaro
Il sarcasmo lascia spazio a una risata amara. Esco dal circolo riflettendo su quanto alcune tematiche, come la difesa dell’ambiente o delle istanze della comunità LGBTQ, non siano per nulla prese in considerazione in un elettorato da sempre schierato a sinistra. Ritorno in metro. Sono ancora le 15. Mi distraggo con un pranzo in China Town, una scelta molto radical, direi. Da Quarto Oggiaro, un’amica mi racconta del circolo “Rinascita”: “Dal nome mi sarei aspettato un’orda di giovani. Invece solo anziani. Uno di loro ha votato con la lente di ingrandimento”.
Sorrido. E penso che effettivamente, nel mio piccolo viaggio tra i seggi di San Siro, ho solo incontrato due trentenni. Di ragazzi della Gen Z nessuno. Neanche qualche trapper di periferia. Alle 21 i risultati cominciano a delinearsi: Schlein è in vantaggio nelle grandi città. A Milano, a scrutinio completato, otterrà il 72%. Sono convinto che a San Siro, per festeggiare, birra e kebab non siano mancati.