Quasi inosservata, Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera e Repubblica hanno pubblicato martedì una tutt’altro che banale intervista ad Andrea Varnier, l’amministratore delegato di Milano-Cortina 2026. La prima notizia è che si tratta della prima (scusate la ripetizione) intervista diciamo “ufficiale” del nuovo ad, e rilasciata ovviamente al principale organo di comunicazione sportiva del Paese. La seconda notizia è che questa intervista non è avvenuta come accade di solito proprio a ridosso della nomina ma a tre mesi dal suo insediamento. Varnier è infatti rimasto a lavorare nel buio e nel silenzio: poche parole, poche dichiarazioni, poche comparsate ufficiali.
Varnier, l’uomo caccia-sponsor
Nell’intervista emerge soprattutto quanto si diceva fin dal giorno della sua nomina: il suo scopo principale, lui uomo immagine, uomo relazioni, uomo contatti e conoscenze come pochi altri nel mondo olimpico mondiale, non è tanto quello manageriale e di gestione e supervisione delle opere da realizzare, quanto di “caccia ai soldi”.
Il caro-prezzi ha infatti inciso anche sui conti dei giochi olimpici nostrani che non saranno a costo zero per le casse dello stato e che dovrebbero arrivare a 2,6 mld di euro (si dice) rispetto ai 2,1 mld preventivati. Non è un caso quindi che alla prima domanda operativa sullo stato delle cose Varnier abbia così risposto: “C’era bisogno di riallacciare i rapporti con gli sponsor potenziali…”. E lui il suo lavoro, da questo punto di vista, lo sta facendo con ottimi risultati. Ma servono altri sponsor per sistemare conteggi e bilanci.
Ci sono poi delle cose che non tornano ed ovviamente riguardano lo stato dei lavori
Ci sono poi delle cose che non tornano ed ovviamente riguardano lo stato dei lavori. Varnier dichiara che “siamo in linea con le tempistiche del Cio”. Peccato che questa affermazione cozzi con dati e con dichiarazioni di altri autorevoli enti e personaggi. cominceremmo ad esempio citando una recente dichiarazione di Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture, ad un evento dello scorso 17 gennaio organizzato dal sole 24 Ore. Qui il leader della Lega ha dichiarato che: “la maggior parte delle opere sarà pronta per tempo” (lo capisce chiunque che dire la maggior parte significa non dire TUTTE e cioè che qualcuna mancherà. Non solo: “Alcune infrastrutture erano state contrattualizzate già in ritardo, con consegna prevista per il 2027, paradossale per un’Olimpiade che si svolgerà nel 2026. Qualcosa è chiaro che non ha funzionato. Ma ora la corsa contro il tempo va fatta soprattutto per le strade”.
La seconda brutta notizia o smentita
Ecco, le strade. Qui arriva la seconda brutta notizia o smentita rispetto alle parole di Varnier: “Su 183 opere censite in Lombardia 42 riguardano le Olimpiadi e il loro completamento è previsto a scadenza entro il 2026, ma di questi interventi solo 11 (6% del totale) saranno sicuramente realizzati entro questa data. Stiamo parlando di 13 linee ferroviarie regionali e nazionali, 8 reti autostradali, 17 strade statali e provinciali alle quali si aggiungono per Milano 4 cantieri per la metropolitana e le metrotramvie”.
La pista di pattinaggio su ghiaccio
Si potrebbe poi anche ribadire la vicenda della pista lunga per il pattinaggio su ghiaccio, prevista Baselga di Pinè e che non sarà mai realizzata. Su questo Varnier racconta che ci sono soluzioni sul tavolo, più probabile quella della realizzazione dell’impianto a Milano. Per non parlare della pista per il bob su cui le polemiche per i costi quasi raddoppiati non si sono ancora spente. Varnier dal canto suo ci ha tenuto a rassicurare i lettori dei suoi contatti costanti con il Cio sull’andamento delle cose e sulla tranquillità e serenità del Cio stesso. Tutto corretto. anche perché a Losanna un’alternativa all’Italia non ce l’hanno e non ce l’avranno mai.