Mogol ha raccontato in un’intervista sia di Lucio Battisti sia di Lucio Dalla che il 4 e 5 marzo avrebbero compiuto 80 anni. Il paroliere, in particolare, ha svelato che Battisti era un anti- comunista e i suoi brani non erano politici.
Mogol su Battisti svela il suo lato anti-comunista
Il settimanale Oggi in edicola ha intervistato Giulio Rapetti Mogol che ha raccontato il rapporto con Lucio Battisti. Dopo l’uscita de Il mio canto libero, il cantante è stato preso di mira per alcune sue visioni politiche di sinistra. Nell’intervista Mogol spiega il contenuto del brano. “Racconta di un mio nuovo amore dopo il divorzio. Allora non era cosa comune e infatti inizia con ‘in un mondo che non ci vuole più…”-. Qualcuno l’aveva letta in chiave politica, come accadde ai “boschi di braccia tese” di “La collina dei ciliegi“ interpretati come una folla che fa il saluto romano. “Quelle braccia non erano un simbolo politico. Lo hanno detto anche per quelle della copertina di ‘Il mio canto libero’. Ma sono braccia con i palmi aperti come per un’invocazione al Signore. Volevano darmi del fascista perché non facevo canzoni impegnate….”
Poi, svela il vero motivo della loro separazione: “Non abbiamo mai litigato, ci siamo rivisti dopo, siamo anche andati a mangiare insieme. È stata una questione di principio, non di soldi. Quando abbiamo iniziato, la Siae pagava la maggior parte dei diritti d’autore al musicista, meno all’autore del testo, e io l’avevo accettato. Poi la Siae si è adeguata al resto del mondo e una sera gli chiesi di dividere i diritti a metà. Lui sul momento mi disse di sì, poi al mattino, forse influenzato da qualcuno, ci ripensò e disse di no. “A queste condizioni non scrivo più con te”, gli dissi. Sono andato a scrivere con gli altri, e lui ha trovato un autore diverso”.
Battisti e Dalla secondo il paroliere
Mogol ha parlato anche della musica di Lucio Dalla e di Lucio Battisti che il 4 e 5 marzo avrebbero compiuto 80 anni. “Erano due artisti liberi e rivoluzionari. Purtroppo non vedo eredi in giro, nella musica di adesso è difficile trovare qualcosa che mi piaccia”. E ancora: “I social uccidono la musica”.
Mogol ricorda con Oggi la collaborazione con Dalla per «Vita»: “L’ho data a Gianni Morandi. Il brano in origine non si chiamava Vita, ma Cara, ed era dedicato a una donna che avevo conosciuto. Se al posto di Vita si mette Cara, la canzone è molto più bella… Dovevano cantarla in due e allora mi hanno chiesto il permesso di dedicarla alla vita, invece che a una donna”. Così descrive i loro rari incontri: “Dalla mi ha sempre fatto un’impressione strana. Aveva qualcosa di religioso e qualcosa all’opposto, di pagano quasi. Un grande artista, senza dubbio, uno dei più grandi cantautori e compositori della nostra musica”.