Perché leggere questo articolo: Il rapporto dell’intelligence paga un tributo politico al governo che bisogna conoscere, come ogni anno, in questo caso sulla minaccia anarchica. Ma resta un documento imprescindibile per capire la sicurezza nazionale.
La relazione annuale sull’attività dell’Intelligence consegnato dal Dipartimento per le Informazioni della Sicurezza (Dis) al Parlamento è, come sempre, un documento approfondito e degno di lettura. Ma come ogni documento è figlio del suo tempo e non si può non rilevare un’enfasi, quantomeno retorica, eccessivamente forte, su una minaccia in particolare alla sicurezza nazionale: quella dell’anarco-insurrezionalismo.
L’intelligence e la minaccia anarchica
Il rapporto Dis colleziona i dati sugli interventi di raccolta informazioni dell’agenzia di intelligence interna (Aisi) e di quella esterna (Aise). E quest’anno indica le informazioni sul terrorismo e quelle sull’estremismo come un’unica categoria. Rappresentante i due terzi del materiale accumulato in casa Aisi e poco meno di un terzo di quello Aise. 4 pagine su 104 sono dedicate alla minaccia estremista.
E l’anarchismo è definito dal Dis “la più concreta e vitale” delle minacce interne. “Caratterizzata da componenti militanti determinate a promuovere, attraverso una propaganda di taglio fortemente istigatorio, progettualità di lotta incentrate sulla tipica azione diretta distruttiva”. Si arriva a immaginare un asse anarchico Italia-Spagna-Grecia: il caso-Cospito diventa esempio di “miccia” per ulteriori azioni.
La vera attenzione dell’intelligence, gli asset strategici
Parliamo di un esempio di caso in cui il Dis paga un tributo politico all’ente che lo controlla, la presidenza del Consiglio, e alle sue proiezioni politiche. Così come l’anno scorso nella relazione c’era un’enfasi, riferita al 2021, alla minaccia no-vax, quest’anno il governo Meloni ottiene in una relazione di alto profilo anche uno spazio politico significativo. Anche l’intelligence, di cui Meloni ha recentemente rinnovato i vicedirettori in casa Aise, ha un legame non secondario con la politica su questo fronte.
Risulta interessante osservare dunque come su un documento corposo, dall’apparato iconografico e multimediale complesso. E che fornisce ottimi spunti. Peccato che l’attenzione politico-mediatica si sia concentrata su una parte tanto residuale. Piccolo, perdonabile inchino politico delle spie a chi, comunque, è il committente del lavoro: il Parlamento che sostiene il Governo incaricato di nominare e supervisionare le spie. La parte più interessante dell’informativa dell’intelligence è forse quella che parla del processo di tutela degli asset strategici in campo industriale.
“L’azione informativa a tutela degli interessi economici del Sistema Paese è stata indirizzata a cogliere gli elementi di dinamismo che il contesto internazionale ha imposto a tutti i settori strategici, in ragione sia delle imprevedibili conseguenze degli eventi bellici in Ucraina. Sia delle crescenti tensioni nell’area del Pacifico, che hanno esacerbato la tendenza di raffreddamento degli scambi commerciali e tecnologici a livello internazionale emersa negli ultimi anni”, si legge nel rapporto. Il Dis e le strutture dell’intelligence sono in campo per preservare attivamente la tutela delle aziende strategiche nell’aerospazio, la difesa, l’energia, le infrastrutture, il biomedicale, il farmaceutico.
Partnership pubblico-privato
Come ha operato l’intelligence? Informando il governo delle presunte operazioni malevole verso la tutela dell’italianità degli asset. Uno specifico intervento ha inoltre riguardato la modifica del sistema di scrutinio nei settori tecnologici, estendendone l’applicazione anche a tecnologie ulteriori rispetto al già previsto ambito del 5G e prevedendo un obbligo di notifica non più delle singole operazioni ma dei “piani annuali” degli acquisti. Tutto questo nel quadro del golden power e della disciplina ad esso legata.
L’intelligence comunica di aver avviato nei confronti di tali filiere e di quelle ad alta intensità finanziaria e tecnologica uno specifico monitoraggio. Un processo coinvolgente rapporti tra pubblico e privato. Finalizzato a tracciare un quadro degli assetti tecnologici sensibili presenti sul territorio nazionale. Tutto questo con il fine di individuare le necessarie attività di mitigazione del rischio da azioni ostili poste in essere da attori di matrice estera. Nella Gotham City globale l’Italia è considerata una nave in un mare in tempesta. Che deve sapersi difendere adeguatamente, soprattutto sul campo economico. Questo l’intelligence operativamente comunica come priorità. Con buona pace, e perdonandole, delle debolezze che si concede sugli anarchici nel seguire la politica.