Perchè potrebbe interessarti? La Chiesa italiana deve allo Stato Italiano soldi non versati di Ici (poi diventata Imu) e, secondo i Radicali, “anche alcune somme derivanti illecitamente dall’8xmille”.
“Recuperate almeno una parte dell’Ici non versato”. E’, in parole povere, l’appello che l’Unione europea rivolge nuovamente alla Chiesa Cattolica. Alle casse dello Stato mancano i versamenti delle strutture ecclesiastiche del periodo 2006-2011. Pari a 4-5 miliardi.
Ici, Radicali: “La sentenza è perentoria”
Già nel 2012 Bruxelles aveva scelto di non ordinare all’Italia di recuperare gli aiuti illegali perché le banche dati fiscali e catastali non consentivano l’identificazione dei beneficiari. Nel 2018 la Corte di Giustizia aveva parzialmente annullato questa decisione, ritenendo che la Commissione europea avrebbe dovuto valutare se esistessero modalità alternative per il recupero, anche solo parziale, dell’aiuto per gran parte ai destinatari in immobili della Chiesa. Negli ultimi giorni Bruxelles è tornata alla carica. Pe una battaglia che i Radicali sostengono da anni: “La sentenza è perentoria – racconta a True-News.it Igor Boni – e chiediamo al Governo di attivarsi”.
Ici, il vice-ministro Leo: “Bisogna uniformarsi alle regole comunitarie”
In realtà, dopo il richiamo della Commissione Europea, il vice-ministro alle Finanze e al Fisco, Maurizio Leo, non si è tirato indietro: “Quando ci sono delle regole comunitarie bisogna uniformarsi però anche lì bisogna vedere i limiti – spiega Leo a margine di un convegno organizzato dall’Ordine dei commercialisti di Milano – perché ci sono delle situazioni in cui non c’è la commercialità allora in quei casi bisogna vedere come rendere coerente quelle che sono le indicazioni della Ue con la peculiarità di certe strutture della Chiesa Cattolica”.
Le situazioni in cui non c’è la commercialità sono rappresentate, ad esempio, dai conventi di frati. Spiega Boni: “Ma se quel convento dispone di un servizio alberghiero, deve pagare l’Ici. E la maggior parte dei conventi sono perlopiù strutture ricettive”. Già nel 2011 una video-inchiesta di Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani, e di Marco Cappato, all’epoca consigliere radicale a Milano, aveva fatto emergere il fenomeno.
8xmille, i Radicali: “Aboliamo la truffa dell’8xmille”
L’Italia resta ferma da anni. E chiude gli occhi. Accade anche per l’8 x mille, una misura che presenta una specificità particolare. Che per i Radicali è una truffa: “C’è una condizione, che deriva dal Concordato – che i Radicali chiedono di eliminare – secondo cui ogni cittadino può sceglie di versare l’8 x mille del proprio Irpef alle congregazioni religiose o allo Stato. I fondi vengono utilizzati per attività benefiche. Ma un cittadino può decidere di non firmare. Ed è legittimo”. Boni racconta che “la maggior parte degli italiani, quasi il 50% non aderisce all’8xmille, i restanti firmano, per il 90%, per la Chiesa Cattolica. Che ha la maggioranza dei firmatari rispetto alle altre religioni”. “I soldi di chi non effettua nessuna scelta – spiegano i Radicali – vengono distribuiti proporzionalmente secondo i voti di chi l’ha espressa. Considerato che circa il 60% dei soggetti dichiaranti non esprime una preferenza e che circa il 70% di chi la esprime sceglie la Chiesa Cattolica, a quest’ultima va ogni anno circa l’80% del totale di cui ben oltre la metà (850 milioni nel 2019) provenienti da scelte inespresse. Allo Stato nel 2019 è toccato un misero 13% (pari a circa 200 milioni)”.