La sentenza con cui il Tar del Lazio ha intimato a Covisoc e Procura della Figc di consegnare alle difese, nel caso specifico gli avvocati di Paratici e Cherubini che sono gli stessi della Juventus, l’ormai celebre carta nascosta dello scambio di corrispondenza avvenuto tra le due il 14 aprile 2021 segna indiscutibilmente un punto a favore dei ricorrenti. La nota 10940, di cui c’è sempre stata traccia ma che non era mai stata resa pubblica perché Covisoc e Procura continuavano a dichiararla “atto pre-procedimentale” e non un atto vero e proprio da integrare nel processo sulle plusvalenze, è tecnicamente uno dei motivi del ricorso della Juventus al Collegio di Garanzia del Coni che in aprile si esprimerà definitivamente sulla penalizzazione di 15 punti inflitta al club bianconero.
Il punto è abbastanza semplice
Il punto è abbastanza semplice. Le difese – non solo la Juventus ma anche tutti gli altri coinvolti almeno nei primi due gradi del processo sportivo – avevano sempre chiesto inutilmente di avere accesso alla carta per verificare se la Procura federale guidata da Giuseppe Chiné avesse avuto notizia di comportamenti sospetti in aprile e non solo nell’ottobre successivo. Il significato è chiaro: fosse stata provata la retrodatazione della ‘notitia criminis’ sarebbe scattata la decadenza dei termini per avviare un’indagine ben prima di quando la Procura lo ha fatto, rendendo così illegittima ogni parte del processo fino alla sentenza per revocazione che ha portato alla stangata juventina.
Inutile arrampicarsi sul sentiero stretto e pericoloso del pronostico su come andrà a finire,
Ora che la nota 10940 finirà nei fascicoli, saranno i giudici del Collegio di Garanzia del Coni a sciogliere il dubbio e poco conta che la Corte federale d’Appello, nelle motivazioni al centro del ricorso della Juventus, avesse già affrontato il tema sostenendo l’assoluta inutilità della stessa carta ai fini della determinazione della legittimità della riapertura del procedimento. Inutile arrampicarsi sul sentiero stretto e pericoloso del pronostico su come andrà a finire, molto più interessante invece leggere tra le righe del dispositivo del Tar del Lazio che ha recapitato all’ordinamento sportivo un paio di messaggi da non sottovalutare.
Non si può sostenere che la somministrazione della giustizia sia una questione privata quando ci si misura con questioni tecniche e contabili
Quello potenzialmente più dirompente è contenuto nel paragrafo in cui i giudici amministrativi sottolineano come sia “del tutto evidente la rilevanza pubblica generale della materia contabile e di bilancio”, ma anche “i profili relativi alla regolarità dei campionati”, cioè che ci sia par condicio tra chi compete attraverso il rispetto delle norme, “sono rilevanti per l’ordinamento statale che prevede al riguardo una tutela giurisdizionale piena affidata alla giurisdizione amministrativa”. Cosa significa? In pratica che, pur nel rispetto dell’autonomia dello sport e dei suoi organismi a tutti i livelli, non si può sostenere che la somministrazione della giustizia sia una questione privata quando ci si misura con questioni tecniche e contabili.
Il Tar del Lazio si occupa solo della nota 10940 e non di altro
E’ evidente che il Tar del Lazio si occupa solo della nota 10940 e non di altro, ma non può sfuggire come il cuore del corposo documento su cui la Juventus basa la speranza di veder cancellato il -15 inflitto dalla Corte federale si fonda sul concetto di lesione del diritto al giusto processo. La carta tenuta nascosta ne era solo uno dei momenti e i giudici del Tar sembrano condividere in assoluto l’impostazione difensiva obbligando la Federcalcio a uscire allo scoperto.
Sarà interessante verificare la ricaduta di questo orientamento all’interno della giustizia sportiva, visto che di questo ordinamento fa parte anche il Collegio di Garanzia del Coni che a metà aprile si pronuncerà a sezioni riunite. Non può passare sottotraccia, però, che dal Tar del Lazio è arrivata indirettamene una bella bacchetta sulle dita ai teorizzatori della necessità di un processo sportivo “rapido” prima ancora che “accurato” e giusto. La Juventus è stata penalizzata in una giornata: 7 ore di discussione da remoto con tempi di intervento contingentati. Può esistere un sistema che somministra così la sua giustizia?