Finita la festa ed esaurita la coda dello scudetto, per la famiglia Zhang arriva il momento della verità. Due i fronti aperti. Uno è quello che porta al finanziamento con cui tenersi stretta l’Inter in attesa di tempi migliori, quando sarà possibile tornare sul mercato per cercare un socio di minoranza (difficile) o un nuovo acquirente in grado di garantire più degli 800 milioni di euro messi sul tavolo da BcPartners e rifiutati dal gruppo cinese. L’altro è il dossier stadio che giace in qualche cassetto di Palazzo Marino e aspetta di essere scongelato.
Riassunto delle puntate precedenti
Breve riassunto delle ultime puntate: con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative il sindaco Sala si è raffreddato sull’ipotesi di concedere il via libera all’operazione da 1,5 miliardi di euro che da due anni stanno costruendo i club insieme al Comune. L’accordo è stato trovato su tutto, la trattativa sulle volumetrie e su quanto circonderà il nuovo impianto è finita e lo stesso dicasi per il destino di quello che resterà in piedi dello storico San Siro. Però tutto è fermo e, dopo essersi scambiati fendenti a mezzo stampa per la pretesa di Sala di bloccare tutto in attesa di rassicurazioni sulla proprietà cinese dell’Inter, il lavoro delle diplomazie è ripreso solo sotto il pelo dell’acqua.
Il triangolo Suning-Sala-Elliot
L’ultima posizione ufficiale dell’inquilino di Palazzo Marino è che se Suning conferma al Comune che sarà a capo dell’Inter per i prossimi tre anni, non ci saranno problemi a dare il via libera ai lavori. Difficile che Steven Zhang possa mettere per iscritto la rassicurazione che Sala chiede, mentre il fondo Elliott continua ad osservare in rispettoso silenzio ma anche con una certa fretta di capire se si potrà arrivare all’obiettivo.
Lo scenario senza Sala
E se in autunno, invece di Sala, vincesse il centro destra? Lo stadio si farà ugualmente, anzi. C’è la fondata possibilità che Milan e Inter possano avere meno problemi con una giunta che comprende Salvini piuttosto che con quella verde di Sala. Non è sfuggito il cambio repentino di opinione del leader leghista sul tema “nuovo San Siro” nei mesi scorsi.
La partita, insomma, è aperta. Dentro il dossier resistono i due progetti in corsa, quello di Sportium (Gli anelli di Milano) e quello di Populous (La Cattedrale). L’annuncio del vincitore doveva essere fatto nel 2020 ed è stato più volte rimandato. Ora non si fanno date, ma la sensazione è che si tratti di una sfida con un favorito chiaro e che ai due club attiri molto l’idea di mettere la… Cattedrale al centro del villaggio.