“Il sistema sanitario pubblico in Italia è a rischio. Il tavolo che il governo ha proposto ha una portata storica: può o ridare centralità oppure far naufragare il sistema della sanità pubblica per come lo conosciamo oggi”. Lo ha detto Raffaele Donini, assessore emiliano-romagnolo e coordinatore della commissione sanità della Conferenza delle Regioni che ieri ha incontrato il governo. Un crack vero e proprio quello cui vanno incontro le Regioni con il rischio di “riduzione dei servizi sanitari” se non si troveranno le risorse per coprire un buco di oltre 5 miliardi provocato dalle spese per il Covid non coperte dallo Stato e dal caro bollette.
Il documento delle Regioni: “Saranno necessarie scelte dolorose, ma non più procrastinabili”.
Al ministro Schillaci è stato consegnato un documento di sei pagine (pubblicato integralmente da Quotidiano Sanità) che evidenza tutti i problemi del Ssn. Partendo dalla carenza del personale fino ai finanziamenti passando per le lacune dei pronto soccorsi: “Se davvero il livello di finanziamento del Ssn per i prossimi anni dovrà assestarsi al 6% del Pil , prospettiva che le regioni chiedono che venga assolutamente scongiurata, occorrerà allora – spiega il documento – adoperare un linguaggio di verità con i cittadini, affinché vengano ricalibrate al ribasso le loro aspettative nei confronti del Ssn”. “Saranno necessarie scelte dolorose, ma non più procrastinabili”.
Il Covid ha messo in ginocchio le Regioni
Il Covid ha messo in ginocchio le Regioni: “sotto il profilo economico-finanziario ha appesantito i bilanci sanitari delle regioni per la presenza di ingenti costi sostenuti per fronteggiare l’emergenza pandemica che solo in parte sono stati ristorati dallo Stato”. I numeri parlano chiaro: 3,8 miliardi di spese per l’emergenza Covid sostenute solo nel 2021 (mancano ancora i dati relativi al 2022) agli 1,4 miliardi di caro bollette per l’aumento dei costi energetici dello scorso anno. A rischio anche le misure di attuazione del Pnrr.
Le richieste delle Regioni
I governatori hanno chiesto un tavolo tecnico “che possa condividere entro e non oltre la fine del mese di aprile 2023 interventi urgenti e risolutivi di ordine finanziario e legislativo attraverso cui consentire alle regioni di non interrompere la programmazione sanitaria e di evitare la riduzione dei servizi sanitari e socio assistenziali». Tra le richieste la sterilizzazione delle spese Covid da coprire con un piano di ammortamento decennale. Per le Regioni va poi assolutamente riconosciuto il principio secondo il quale nessuna regione debba sottoporsi a Piani di rientro o di riduzione dei servizi o aumento della fiscalità generale a causa del mancato riconoscimento dell’attuale criticità finanziaria dovuta ai costi riguardante l’emergenza pandemica ed energetica”.
“Dopo i fatti di Bergamo – dice Donini – le più alte cariche dello Stato dissero “mai più tagli alla sanità”. Tre anni dopo la previsione di spesa è sotto al 7% del Pil, con l’ipotesi che vada al 6% nei prossimi anni: una palese contraddizione”.