La domanda delle domande, sulla questione dell’immigrazione e dunque di Cutro e dunque delle tragedie, è quale sia la politica italiana sull’immigrazione. Astengasi risposte scontate a basso prezzo. Esempi? E’ una questione europea. Certo che è una questione europea, e lo sanno tutti. Certo che bisogna andare a picchiare i pugni in Europa, e lo sanno tutti. Ma intanto che il mastodonte burocratico più lento della Storia contemporanea si muove che cosa facciamo?
Altro esempio di risposta da non dare (e che è stata data): combatteremo gli scafisti
Altro esempio di risposta da non dare (e che è stata data): combatteremo gli scafisti. E come li puoi combattere? Teoricamente, con una azione di polizia negli stati da cui partono, su cui però non hai nessuna giurisdizione. Insomma, è impossibile. Terzo: con risposte razzisteggianti tipo “affondiamoli tutti”. Queste sono risposte con l’intelligenza dei rutti in un bar, e vale la celebre affermazione di Umberto Eco sulle distorsioni della democrazia dei social, dove ognuno si sveglia e dice una bestialità, proprio come una volta al bar. Solo che al bar c’era sempre qualcuno che accompagnava fuori il cretino di turno, invece adesso il cretino è paragonato al premio Nobel.
La domanda delle domande riguarda il blocco navale
La domanda delle domande riguarda il blocco navale. Ero un giovane giornalista e già se ne parlava. Ignazio La Russa, quando non era ancora istituzione e seconda carica dello Stato, ma battagliero leader della piccola formazione di destra a Milano, ne parlava un giorno sì e l’altro pure, insieme a Riccardo De Corato e a tutti gli altri. Il blocco navale. E uno se lo immagina, questo blocco, con le navi da guerra schierate per far tornare indietro le carrette di migranti. Bene, ora quella piccola formazione è forza di governo, con un terzo dei consensi in Italia. Che cosa si fa con il blocco navale? Si può fare? Sì o no? E se sì, quando si fa? Quando si inizia? E se no, perché è stata raccontata per decenni una cosa impossibile. Più che su ogni altra cosa, sulla vicenda dei migranti ci vuole serietà. Perché saranno disperati di altri Paesi, ma sono comunque esseri umani, vite umane, e chi salva una vita salva il mondo intero, non dobbiamo scordarcelo.