Aurelio De Laurentiis si frega le mani e non ha torto. Lo scudetto che il Napoli conquisterà con largo anticipo all’inizio di maggio (si prepara una festa per milioni di tifosi) promette di diventare la Cappella Sistina della sua carriera di proprietario e uomo di sport. Una cavalcata di travolgente bellezza arrivata contro pronostico, nell’anno della rifondazione dopo un’estate di addii eccellenti e risparmi sul monte ingaggi.
De Laurentiis, saldo positivo e rosa consegnata a Spalletti che si è dimostrata perfetta
Insigne, Mertens, Fabian Ruiz, Koulibably, Ospina, Ghoulam, Ounas e Petagna via per fare posto ai vari Kim, Kvaratschelia, Raspadori, Olivera, Ndombele, Ostigard e Zerbin. Saldo positivo e rosa consegnata a Spalletti che si è dimostrata perfetta sia per qualità che per profondità. Un’autentica sorpresa prima di tutto per i detrattori di ADL che non sono mai mancati, soprattutto a Napoli dove fino a Natale c’era ancora chi continuava a consigliargli di imboccare l’autostrada per Bari, vendere il Napoli e proseguire la sua avventura in Puglia. Non andrà così e sul mercato, in caso di promozione in Serie A, andranno proprio i pugliesi.
De Laurentiis si tiene stretto il suo Napoli e rivendica con forza di avere conti a posto
De Laurentiis si tiene stretto il suo Napoli e rivendica con forza di avere conti a posto. E’ vero che la crisi pandemica ha colpito anche il bilancio dei partenopei (111 milioni di euro di perdite complessive tra il 2020 e il 2022), ma le basi erano solide e così Aurelio De Laurentiis non ha avuto bisogno di mettere mano al portafoglio per ricapitalizzare potendo utilizzare le riserve derivate dai tanti esercizi chiusi in attivo in precedenza. In più ora si trova a gestire una società snella e che può scegliere: se vendere un big a fronte di un’offerta indecente (Osimhen) oppure tenere duro. E’ vero che lo scudetto porterà in eredità anche ritocchi di ingaggio e spese accessorie, ma il Napoli confermerà la presenza nel giro della Champions League e l’impatto sui conti sarà nell’ordine di 60-70 milioni di euro almeno. Un aiuto robusto per un club che ha 184 milioni di debiti netti (cifra sostenibile) ma è anche una delle big col patrimonio netto positivo (+68,8).
L’uomo d’oro è ovviamente Victor Osimhen, il cui valore oggi è certamente superiore ai 150 milioni
Quello napoletano sarà, insomma, il secondo scudetto consecutivo all’insegna della sostenibilità dopo quello del Milan di Elliott. E’ però un errore considerare la squadra che sta dominando il campionato, facendosi onore anche in Europa, una squadra costruita al risparmio. I 16-17 giocatori titolari e della panchina che Spalletti fa ruotare con grande profitto sono costati 300 milioni di euro sul mercato. E, in alcuni casi, si è trattato di veri e propri investimenti su talenti strappati alla concorrenza europea e italiana. L’uomo d’oro è ovviamente Victor Osimhen, il cui valore oggi è certamente superiore ai 150 milioni. Pagato 75 nella discussa trattativa con il Lille finita anche nell’occhio del ciclone perché inserita dalla Covisoc tra le operazioni sospette poi vagliate dalla giustizia sportiva. Il Napoli è uscito prosciolto e poi non più giudicato perché non presente nelle carte dell’inchiesta Prisma della Procura di Torino. C’è un’inchiesta aperta a Napoli e si vedrà. Ma anche Meret (25), Lozano (35 come Raspadori), Politano (24), Lobotka (21) e Kim (20) hanno rappresentato sforzi importanti di ADL oltre che intuizioni del suo direttore sportivo Giuntoli che è tra i più ricercati sul mercato dei dirigenti.
Non tutto è successo come con Kvaratschelia questa estate
Non tutto è successo come con Kvaratschelia questa estate, insomma. Il georgiano è stato seguito per due anni e prenotato con mesi d’anticipo pagandolo 10 milioni. Nulla rispetto al suo valore in campo e a quanto potrebbe costare adesso se fosse messo in circolazione. Molti club lo avevano sui propri taccuini, nessuno tranne il Napoli ha affondato. Servirà da lezione anche per quanti nei prossimi mesi dovranno mettere mano a progetti di ristrutturazione tecnica con grande attenzione al bilancio. Ad esempio, l’Inter di Zhang, con dieci giocatori in scadenza di contratto a giugno, oppure la Juventus che si sta già muovendo su una strada diversa e cioè provando a lanciare in prima squadra i prodotti della sua Under 23. Allegri ne sta ricavando vittorie e soddisfazioni. Milan e Napoli spiegano che potrebbe anche essere la strada per tornare a vincere più in fretta di quanto si pensi.