Se c’è una cosa su cui il mondo della Pallavolo è unanime e nel non sorprendersi più attorno a tutto quello che gira attorno a Paola Egonu. Si prenda ad esempio le decine di articoli e commenti sul ritorno in Italia della campionessa del volley donne che lascia la Turchia per accasarsi a Milano (in realtà si tratta del Vero Volley Monza).
La realtà è che la trattativa per riportarla in Italia era già molto ben avviata prima del Festival e delle frasi annesse
Articoli in cui si è posto l’accento sul milione di euro di stipendio che tra parte fissa e bonus che la Egonu si metterà in tasca e che la mantiene al primo posto, per distacco, rispetto a tutto il resto delle giocatrici del nostro campionato (su questo basti pensare che ci sono giocatrici sue compagne di Nazionale che guadagnano la metà, e anche meno…). Molti poi hanno attaccato la Egonu ricordando le sue parole sull’Italia razzista e nella quale lei non avrebbe fatto nascere un figlio; insomma un brutto paese da cui scappare ma sul quale si cambia idea per un milione di euro.
La realtà è che la trattativa per riportarla in Italia era già molto ben avviata prima del Festival e delle frasi annesse. E, certo, la questione economica ha il suo peso (ce l’ha dappertutto, per tutti) ma il suo ritorno in Italia non è una questione di denaro dato che in Turchia guadagnava la stessa cifra, ma soprattutto una questione personale e sportiva.
Tutti conoscono le sue fragilità caratteriali
Personale perché anche in questa stagione, anche con le sue uscite a tinte forti su Rai 1, Egonu ha confermato quello che tutti dicono di lei, da anni: “Paola è una ragazza fragile, molto fragile….”. Una parola che stona con l’immagine della guerriera capace da sola di portare la sua squadra di club e la nazionale a livelli mondiali. Eppure tutti conoscono le sue fragilità caratteriali e di conseguenza capiscono anche certe sue uscite che, diciamo la verità, fanno comodo in generale: a lei, per la visibilità che inevitabilmente le arriva di rimbalzo (e che si traduce anche in ottimi contratti pubblicitari ed ulteriori guadagni per lei e per chi la gestisce), alla pallavolo femminile, di cui si parla comunque poco e ai giornali ed alle tv che la usano (compresa anche una certa parte politica, inutile nascondersi su questo).
Ma c’è soprattutto una questione sportiva, che in parte si lega a quella personale.
Ma c’è soprattutto una questione sportiva, che in parte si lega a quella personale. L’esperienza in Turchia non è stata quel trionfo che lei ed il Vakifbank speravano fosse. La squadra, già fortissima di suo, con l’arrivo della Egonu era destinata a fare man bassa degli avversari. Purtroppo però le cose sono andate diversamente.
A partire dal Mondiale per Club con le turche sconfitte in finale, in casa, scherzo del destino proprio da Conegliano la ex squadra della Egonu. A questo poi si aggiunge l’attuale secondo posto nel campionato turco. Dietro alle rivali di sempre dell’Eczacibasi. Insomma, da squadra vincitutto a squadra che rischia di trovarsi in pugno un mare di delusioni. Anche perché il rendimento dell’azzurra è stato sotto le attese, segno che lontano dall’Italia e da Treviso il nostro opposto non si è mai sentita davvero a casa. Insomma, un ritorno in Italia che è un mezzo fallimento sportivo e un’ammissione di fragilità. Che tutti conoscevano e conoscono.