La consegna della “Carta Covisoc bis”, la nota 1440 del 31 marzo 2021 della cui esistenza la Juventus e i suoi dirigenti erano venuti a conoscenza con lo svelamento dell’altra carta segreta, l’ormai celebre nota 10940 consegnata dalla Figc su ordine del Tar del Lazio, ha chiuso il cerchio degli atti fantasma che da un anno inquinavano la vicenda processuale sportiva intorno al caso plusvalenze.ù
Non c’è stata battaglia legale
Questa volta non c’è stata battaglia legale, nel senso che la Federcalcio ha immediatamente prodotto il documento trasmettendolo alle difese senza che ci fosse bisogno di replicare il passaggio a Tar e Consiglio di Stato (che nel merito sulla nota 10940 si esprimerà solo il 23 marzo prossimo): non aveva alcun interesse la Figc a mantenere il segreto dopo aver, invece, tenuto il punto per cercare di preservare l’autonomia della giustizia sportiva e del suo ordinamento. Saranno ora gli avvocati di parte e i giudici del Collegio di Garanzia del Coni (udienza e verdetto non prima, ma nemmeno molto dopo, di Pasqua) a pesare parola per parola cosa c’è scritto nelle due note, una delle quali prodotta come sintesi di risposta rispetto alla prima.
La vicenda è nota
La vicenda è nota: la Juventus e i suoi dirigenti volevano capire se in quel carteggio ci fosse traccia di una “notitia criminis” già ad aprile 2021 senza che la Procura Figc si fosse attivata avendolo fatto solo nell’ottobre dello stesso anno. In questo caso, si sarebbe mossa al di fuori dei termini perentori di 30 giorni per l’apertura del fascicolo e altri 60 per chiudere le indagini, mettendo così a rischio la legittimità di tutto il procedimento. Nella nota 10940 del 14 aprile 2021 – quella consegnata solo dopo aspra battaglia davanti al Tar e al Consiglio di Stato – la notizia di reato non si vede se non nella generica riflessione sull’opportunità di perseguire eventuali comportamenti non leciti in materia contabile con richiamo, però, alla giurisprudenza del momento. Da qui la ricostruzione di due sentenze, una conclusa con condanna (caso Chievo/Cesena) e l’altra con proscioglimento (caso Atalanta/Perugia) e l’indicazione a muoversi cercando di riscontrare la sistematicità di un potenziale illecito nella compravendita con plusvalenze e non semplicemente il singolo episodio. Questa era la risposta scritta del capo della Procura Figc, Giuseppe Chiné, al numero uno della Covicoc (l’organo di controllo contabile che si occupa dei bilanci) in riscontro alla prima nota venuta alla luce e consegnata dalla Federcalcio.
Il contenuto? Si tratta di due pagine firmate dal presidente della Covisoc, Paolo Boccardelli
Il contenuto? Si tratta di due pagine firmate dal presidente della Covisoc, Paolo Boccardelli, con la segnalazione dell’esistenza di alcune “situazioni gestionali” sulle quali sarebbe stato opportuno fare “un attento monitoraggio anche nella prospettiva di potenziali iniziative istituzionali da parte dei competenti organi Figc”. Nessun caso specifico citato, però, non la Juventus e nemmeno altri club. Solo ipotesi generiche che gli ispettori contabili della federazione ricostruiscono spiegando di averle riscontrate nel corso del loro monitoraggio su una tendenza preoccupante e trasversale nel modus operandi del calciomercato italiano. Compravendite dei calciatori concluse “per prezzi significativi” ma che nella realtà “comportano flussi pecuniari assai più contenuti (se non nulli)”. Il sospetto, insomma, che i valori fossero gonfiati ad arte visto che non girava denaro vero ma solo compensazioni scambio su scambio. L’embrione della successiva analisi della stessa Covisoc, datata ottobre 2021, ma senza accuse circostanziate.
La segnalazione diventa oggetto di un tavolo di lavoro una settimana più tardi
La segnalazione diventa oggetto di un tavolo di lavoro una settimana più tardi. E’ il 7 aprile ma di questo incontro – che in Figc ricostruiscono come informale – non esiste alcun verbale e c’è traccia solo nella nota successiva, la famosa 10940 del 14 aprile, in cui il procuratore Chiné fa il riassunto della giurisprudenza con le indicazioni su come eventualmente muoversi. Tutto è ora nelle mani del Collegio di Garanzia del Coni che dovrà pronunciarsi sulla tenuta delle motivazioni della sentenza con cui la Corte federale d’Appello ha stangato la Juventus infliggendo una penalizzazione di 15 punti. Si tratta di uno dei contenuti del ricorso bianconero, lungo 99 pagine e con 9 richieste di dichiarazione di illegittimità per cancellare la penalizzazione o, in via secondaria, costringere il Collegio del Coni a rispedire tutto alla Corte Figc chiedendo di rimodulare la pena.