Nardella, chi è costui? Se fino a ieri l’altro poteva avere un senso domandarselo, almeno fuori Firenze, oggi la riposta risulta facilissima: “Ah, quello dei meme!”. Dario Nardella è sindaco del capoluogo toscano dal 2014, ma nei giorni scorsi è diventato virale, suo malgrado, per un video che lo immortala mentre interviene per fermare un paio di “attivisti della vernice”. I due giovani rivoluzionari stavano imbrattando di vernice arancione le mura esterne di Palazzo Vecchio, proprio mentre il sindaco lì si trovava per registrare un video in cui ne illustrava le bellezze artistiche. Ora, stando ai social, Nardella è un imbecille e i giovinastri della “Nuova Generazione” degli eroi. Anzi, il primo cittadino è arrivato pure a scusarsi profusamente via Twitter. Forse è il momento di considerare i fatti, lasciando da parte i meme. Perché facendolo potrebbe disvelarsi la grande bruttezza sottesa a questa favoletta che di “lol” ha ben poco.
Nardella affronta la grande bruttezza (e gli diamo pure torto!)
Nardella è il sindaco di Firenze. Come tale, vedendo gente intenta a vandalizzare un monumento della città di cui è a capo, cosa avrebbe dovuto fare? Aggiungerci una punta di blu cobalto, sembrano suggerire i social. Invece, Nardella ha mollato il video che stava registrando per correre alle mura di Palazzo Vecchio e gridare a uno dei due attivisti: “Che cazz0 fai?”. Poi lo ha afferrato per impedirgli di proseguire la sua opera da Picasso denoartri. Sinceramente, non vediamo errori. Eppure. Eppure retorica social vuole che questi ragazzini siano eroi. Sì, pure quelli che qualche mese fa lanciarono vernice su un Van Gogh del Louvre. “Vogliono attirare l’attenzione sul cambiamento climatico”, si legge da più parti. “Alla fine, si lava via tutto. Non danneggiano mai niente davvero”, scrive chi li vuol difendere a ogni costo. Ma quindi vogliamo dire che questi qui, vernice e hashtag alla mano, abbiano pure ragione? Gli attivisti di “Ultima Generazione” mettono in scena le azioni di protesta più sceme mai concepite da mente umana. E poi l’imbecille sarebbe Nardella? Quanta grande bruttezza. Spieghiamoci meglio, però.
Nardella e gli imbecilli di “Ultima Generazione”
Gli attivisti di “Ultima Generazione” sono in buona sostanza gruppetti di giovanissimi che vogliono sensibilizzare sulla fine del mondo: il surriscaldamento globale e compagnia ce lo stanno portando via. Poco importa se il messaggio fosse già ben chiaro a tutti prima del loro avvento. Essi, avendo mediamente 20 anni, lo hanno scoperto ieri l’altro e, quindi, si sentono depositari di una verità rivelata da divulgare urbi et orbi. Come? Con fiotti di vernice su opere d’arte e monumenti. Serve? No. A seguito di ogni loro intervento-flash mob, piovono meme, dibattiti sull’opportunità di compiere o meno gesti simili. E basta. Non c’è mai una testata, un utente Twitter, una nonna di questi che, dopo la prodezza, cominci o continui a parlare, con maggior cognizione di causa del nostro caro Pianeta Terra che ci sta salutando per sempre di giorno in giorno. Dunque? Dunque essi, gli attivisti di Ultima Generazione, pensano che ciò sia dovuto al fatto di non aver imbrattato abbastanza monumenti. Perciò procedono, ligissimi, a imbrattare. Ottenendo, guarda un po’, il medesimo risultato: meme, sberleffi, e qualche tweet di apprezzamento da parte di quelli che ben cinguettano. Di cui, evidentemente, non fa parte Nardella. Per fortuna.
Nardella si poteva (e doveva) tenere le scuse
Nardella, vista forse anche la malparata social in reazione al suo intervento, ha scelto di scusarsi via Twitter. “Ho usato espressioni forti perché ieri, come molti in Piazza della Signoria, ero allibito e arrabbiato. Da uomo delle istituzioni non avrei dovuto rivolgermi in quel modo nei confronti del ragazzo”, cinguetta. E allora tornasse indietro cosa farebbe? Come agirebbe davanti a due tizi che compaiono all’improvviso dando tutta l’impressione di essere vandali all’attacco di Palazzo Vecchio? Ora di fronte alla trave che è l’imbecillità del gesto, vogliamo veramente fissare la pagliuzza del sindaco che ha detto: “Che cazz0 fai?”. Ma poi, stringi stringi, i social stanno dando ragione a un tizio che, fermato dallo stesso primo cittadino in persona, se ne esce declamando: “Oggi noi di Nuova Generazione sanzioniamo Palazzo Vecchio”. Qui però, a pensarci bene, il pensiero ci affascina. Più che il pensiero, proprio il concetto di “sanzione”. Da ora in poi, per ogni divieto di sosta o micro-infrazione del codice stradale, pretendiamo “multe” in vernice lavabile. Questo sì che cambierà il mondo, una buona volta. Finalmente.