Marco Masini confessa, ha i capelli artificiali: “Giapponesi, tengono 80 chili di strappo”. Il cantante, vincitore di Sanremo nel 2004, si apre in un’intervista concessa al Corriere della Sera: “Ho cominciato a perderli da ragazzo, quando facevo il servizio militare”.
Marco Masini e la perdita dei capelli: “Ora li artificiali, giapponesi”
In una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, Marco Masini, oggi 58enne, ha condiviso alcuni aneddoti sulla sua carriera e sulla sua vita privata. Vincitore di Sanremo prima tra i giovani nel 1990 con Disperato, poi nel 2004 con L’uomo volante, il cantautore ha parlato di quel primo periodo di grande successo nella sua carriera: “Vendetti 850 mila copie, tantissime. Però non me la sono goduta come avrei dovuto. Purtroppo gli anni più belli e felici sono anche quelli consumati più in fretta. Sul momento non apprezzi ciò che hai, se li potessi rivivere sarei diverso”.
Poi arriva una confessione più intima, sulla perdita dei capelli, che iniziano a cadergli in giovane età. “Ho cominciato a perderli da ragazzo, quando facevo il servizio militare nella Vam, la vigilanza dell’aeronautica.” -spiega Masini- “La colpa era dell’elmetto stretto. Non ho fatto il trapianto, ma un rinfoltimento con capelli artificiali, sono giapponesi, tengono fino a 80 kg di strappo“.
Sulla vita privata: “Continuerete a saperne poco. Ho una compagna, punto e basta”
Per quanto riguarda invece la sua vita privata, Marco Masini continua ad essere estremamente riservato. Si hanno poche notizie circa la sua famiglia e al cantautore va benissimo così: “Continuerete a saperne poco. Ho una compagna da qualche anno, punto e basta”. Tanti amori, nessun figlio, questo è il massimo che l’artista vuole concedere ai media: “Non mi sono fermato, sistemato, non ho famiglia. Ho amato e sono stato amato, ho tradito e sono stato tradito, ho lasciato e sono stato lasciato”.
Masini è senz’altro più che giustificato nel voler proteggere la sua sfera privata. Alcuni fan e “corteggiatrici” si sono spinte fin troppo oltre in passato: “Una volta me ne trovai una in casa, alle quattro di notte, che dormiva nel mio letto. Sul momento, stanco com’ero dopo il viaggio, credevo di essere in hotel e di aver sbagliato stanza. Era entrata da un buco nella recinzione, scavalcando la finestra”.