Perché potrebbe interessarti questo articolo? Le elezioni Regionali in Friuli Venezia Giulia si intrecciano con alcune dinamiche parlamentari. E al centro torna il dibattito sull’alleanza tra Pd e M5S, che ancora una volta non ha portato un buon risultato. Ora c’è qualcuno che, tra i pentastellati, solleva dubbi sull’effetto Schlein nel Pd.
La giornata è stata raddrizzata giusto dall’elezione della senatrice Barbara Floridia al ruolo di presidente della commissione di Vigilanza Rai. Un atto che ha posto fine alla telenovela durata vari mesi con un accordo tra i partiti che ha retto senza sorprese né defezioni: un fatto non scontato dopo mesi di stallo e trattative sotto traccia. Ma nel Movimento 5 Stelle il clima non è dei migliori: le elezioni in Friuli Venezia Giulia, che hanno riconfermato Massimiliano Fedriga con percentuali bulgare, sono comunque una ferita. Il risultato è stato troppo negativo per far finta di niente, sebbene ormai i grillini siano abituati a debacle continue in questo tipo di elezioni. E ora c’è una questione ulteriore: chi torna a guardare con sospetto all’alleanza con il Partito democratico, che finora è stata sempre associata a pesanti tonfi.Insomma, i malumori vengono celati a fatica.
M5S e Pd: tensioni post elezioni
“Il Pd deve uscire dall’ambiguità delle alleanze a pendolo, una volta con il terzo polo e un’altra con noi”, sostiene una fonte interna del M5s che, seppure con cautela, si esprime sul rapporto con i dem, guidati da Elly Schlein. D’altra parte c’è la tendenza a minimizzare la portata del voto di domenica e lunedì scorsi, essendo caratterizzato dalla presenza di un presidente uscente molto forte.
Qualcuno nel Movimento, poi, fa notare che a breve ci sarà un’altra scadenza elettorale: le Amministrative di maggio. Sulla carta vengono viste come elezioni minori, non essendoci in gioco metropoli. L’attenzione si concentra principalmente su Catania, ma anche su Siena e Pisa, situate in una delle poche regioni dove la sinistra ha tenuto. Così come sia Brescia, amministrata dal Pd, grazie alla figura di Emilio Del Bono, che tuttavia ha raggiunto il limite dei due mandati.
Amministrative decisive in vista delle elezioni europee
E, nonostante la portata ridotta, c’è chi nota: “Se perde male anche le prossime elezioni, altro che effetto Schlein“, è il ragionamento che viene proposto, senza degli intenti polemici, ma come una mera constatazione. Che d’altra parte mette il dito nella piaga: la necessità di ottenere un buon risultato alle Comunali. Del resto nel Movimento lo stesso Giuseppe Conte, parlando con i suoi fedelissimi, aveva spiegato che la “politica non si vede nel breve termine, ma bisogna pensare a cosa succederà nei prossimi mesi”.
Un modo per esorcizzare lo scenario secondo cui il Pd sta prosciugando i pentastellati. Per questo probabilmente l’alleanza con il Pd si farà in futuro, ma non è così scontata. Anche perché di mezzo ci sono le elezioni Europee. Su questo punto tra le opposizioni sono quasi tutti d’accordo: “Sarà lo spartiacque della legislatura”, perché definirà i rapporti di forza. Chi prenderà un voto in più, si candiderà al ruolo di guida delle minoranze mentre gli altri dovranno adattarsi, compreso il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Da qui la spiegazione delle prudenze reciproche tra Conte e Schlein.
Movimento 5 Stelle: chi sarà il nuovo capogruppo al Senato
Prima della grandi manovre, però, ognuno deve fare i conti con le questioni quotidiane, che pure si intrecciano ai temi delle alleanze I 5 Stelle, dopo aver incassato la presidenza della Vigilanza Rai, devono decidere il nuovo capogruppo al Senato, chiamato a raccogliere l’eredità di Floridia. Il favorito resta Stefano Patuanelli, che sarebbe la figura perfetta per creare una cerniera con il Pd, che nel frattempo ha eletto come capogruppo Francesco Boccia. Patuanelli lo conosce bene avendo condiviso con lui l’esperienza di governo nel Conte bis. Una coppia perfetta per avviare una collaborazione a Palazzo Madama. Per l’incarico, comunque, non è detta l’ultima parola: la candidatura di Alessandra Maiorino, finora vice di Floridia, è in campo, anche per garantire il rispetto delle quote rose. E in quel caso potrebbe anche cambiare il rapporto con i dem.