Questa settimana si è parlato tanto di Oversight Board, da qualcuno definita “la Corte Suprema di Facebook”. Le somiglianze tra il gigante digitale e un paese sovrano non si fermano però qui, perché da qualche anno all’intero dell’azienda c’è una figura che ormai funge da “ministro degli Esteri” della piattaforma. A ricoprire il ruolo è Nick Clegg, ex vice-premier del Regno Unito ed ex leader dei LibDem britannici, che ora fa da viceré di Mark Zuckerberg. E dopo la decisione del Board, ora la palla è tornata a lui.
Il grande piano di Clegg
Il legame tra Clegg e Zuckerberg si è fatto stretto da quando l’ex politico, al secolo Sir Nicholas William Peter Clegg, si è unito a Facebook come Vice-President for Global Affairs and Communications. Così, quando l’azienda decise di bandire Donald Trump dopo i fatti di Capitol Hill, Zuckerberg ha messo la questione nelle mani di Clegg. “La rimetto a te, Nick”, avrebbe detto il Fondatore, secondo il New York Times. E sarebbe stato proprio Clegg ad aver gestito l’affaire Trump in prima persona, trovando la giustificazione con cui Zuckerberg ha annunciato la decisione. La stessa Oversight Board sarebbe farina del suo sacco: invece di prendersi direttamente carico di tutte le decisioni sulla moderazione dei contenuti sulla piattaforma, perché non creare un ente pseudo-giudiziario indipendente (per quanto legato all’azienda, certo) lasciando fare a questo?
Facebook sempre più politico
Una decisione squisitamente politica che conferma quanto la Silicon Valley sia sempre più conscia del proprio potere, che va ben oltre il settore tecnologico. E visto che le minacce di scorporazione e le indagini dell’Antitrust si fanno sempre più numerose – specie tra alcune fila del Partito democratico – agire per tempo può essere vitale. In questo caso, Clegg ha alleggerito il peso su Facebook dimostrando al mondo quanto l’azienda tenga a queste cose – tanto da costruirsi una Corte Suprema ad hoc. E da avere un Ministro degli Esteri in grado di dialogare alla pari – da vecchi colleghi – con l’amministrazione Biden.
Secondo il NYT, infine, sulle prime Clegg sarebbe stato piuttosto diffidente a unirsi a Facebook, sostenendo anzi che fosse “insostenibile per un’azienda avere tanto potere”. A consigliargli di accettare la proposta è stato un suo ex collega, Tony Blair: “My advice was strongly to go for it”. E fu così che Sir Clegg divenne l’uomo-chiave di una superpotenza dei nostri tempi.