Di Klaus Rossi
Rinviato a giudizio. L’ex comandante della polizia locale Antonio Barbato è stato rinviato a giudizio nel procedimento aperto contro di lui per falso ideologico e frode in pubbliche forniture. Una vicenda processuale che si riferisce a fatti del 2015, quando da comandante l’ex ufficiale avviò la prima campagna nazionale sulla sicurezza stradale della polizia locale di Milano. Barbato aveva contato su testimonial come Andrea Bocelli, la famiglia Kennedy, lo scrittore Alessandro Baricco, i cantanti Malika Ayane e Max Pezzali. Protagonisti, con altri personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, di un video realizzato con il Giffoni Film Festival.
Antonio Barbato e quella lettera anonima…
Ma nel 2017, poco dopo la sua defenestrazione, una lettera anonima lo accusò di essere stato corrotto per l’appalto. Alla lettera fu dato seguito e le indagini furono affidate proprio a Marco Ciacci, l’uomo che aveva sostituito Barbato come comandante dei vigili. Furono anche autorizzate delle intercettazioni benché fossero passati ormai quattro anni dal fatto oggetto della denuncia, ma i magistrati non hanno trovato nessuna prova di corruzione, anche perché il Giffoni partecipò alla gara con un’offerta ribassata di 20mila euro su 64mila pur essendo l’unico ente partecipante.
“Ormai in Italia il rinvio a giudizio è scontato”
Anche le accuse di non aver mai svolto l’evento per il quale era stato pagato il Giffoni sono state smontate indirettamente da un entusiastico comunicato di Marco Granelli, l’attuale assessore comunale alla Mobilità, che parlava proprio del progetto. L’unica parte non attuata del contratto tra Comune di Milano e Giffoni sarebbe la formazione, ma all’epoca, secondo il legale di Barbato Massimiliano Annetta, Palazzo Marino non disponeva nemmeno di un’aula dove far vedere registrazioni video agli agenti della Polizia locale. Nonostante tutto, è arrivato il rinvio a giudizio: “Ormai in Italia è praticamente automatico – ha commentato Annetta – non ti ascoltano nemmeno, forse andrebbe proposto di eliminare l’udienza preliminare per andare sempre a processo”.