Emanuela Orlandi, il fratello Pietro ha lanciato pesanti accuse a Papa Giovanni Paolo II. La sua convinzione si poggia sulla strada della pedofilia all’interno della Chiesa ai piani alti. Tuttavia, arriva anche la risposta di smentite di Ali Agca.
Emanuela Orlandi, il fratello Pietro accusa papa Wojtyla e la Chiesa
Pietro Orlandi ormai è ospito fisso nella trasmissione su La7 DiMartedì. Il fratello di Emanuela Orlandi ha lanciato pesanti accuse a Papa Giovanni Paolo II e alla Chiesa in generale: “Mi dicono che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case…“.
Poi, ha fatto ascoltare in studio un audio da lui consegnato al magistrato vaticano, in cui a parlare sarebbe un uomo vicino alla banda della Magliana: “Papa Giovanni Paolo II se le portava in Vaticano quelle, era una situazione insostenibile. E così il segretario di Stato a un certo punto è intervenuto decidendo di toglierle di mezzo. E si è rivolto a persone dell’ambiente carcerario”.
Pietro Orlandi è convinto della storia della pedofilia: “Penso che una delle possibilità è che Emanuela possa aver magari anche subito un abuso, ma che quell’abuso sia stato organizzato. È stata portata da qualcuno per creare l’oggetto del ricatto e siccome il Vaticano da quarant’anni fa di tutto per evitare che possa uscire la verità… Certo, se nel ’93 si parlava normalmente della pedofilia dei cardinali come se fosse una cosa normale e accettata, uno può pure pensare che la pedofilia sia anche più su di quei cardinali”.
La risposta di Ali Agca
Dopo le parole di Pietro Orlandi, Ali Agca ha voluto dare la sua versione: “Non esiste nessun omicidio e nessuno stupro. La giustizia vaticana e la giustizia italiana non devono disturbare nessuno con infamanti accuse di stupro e pedofilia e omicidio sul caso di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori” perché “non esiste nessun omicidio e nessuno stupro contro Emanuela e Mirella, ha detto a LaPresse. “La prima telefonata sul rapimento di Emanuela era arrivata al governo Vaticano proprio nella serata del 22 giugno 1983 per chiedere la mia liberazione in cambio della liberazione di Emanuela allora perché questo fu nascosto per tanto tempo?”. Agca parla poi del Sisde e di un “documento segreto pubblicato che descriveva il regista dei comunicati prodotti per il caso Emanuela Orlandi” ricordando le dichiarazione del giudice “Ilario Martella che disse che ‘la polizia italiana non controllava i rapitori di Emanuela e al contrario i rapitori di Emanuela controllavano la polizia italiana’”.
Agca non crede alla pista della pedofilia ma per lui si tratta di “accuse terribili e orribili che devono terminare con l’immediata liberazione di Emanuela e Mirella. Altrimenti il povero Giovanni Paolo II, uomo onesto e innocente, sarà spacciato nel mondo come il Santo del satanismo“. Agca rinnova infine l’appello a Papa Francesco chiedendo di liberare “immediatamente il Vaticano da questa atroce prigionia e tortura permanente liberando Emanuela e Mirella“, dicendosi convinto del fatto che le due donne sarebbero ancora vive.