Alla fine Cristiano Ronaldo si deve accontentare di Manchester. Dove era fuggito in extremis un anno fa mollando la Juventus, vissuta per mesi da separato in casa e con la fama di piantagrane, uomo non spogliatoio e solista nella testa e nell’anima. Non il massimo per uno che ha dominato insieme a Leo Messi il pianeta calcio per un decennio buono e che di se continua ad avere la massima considerazione possibile, incurante delle primavere che passano.
Ronaldo sta vivendo nel peggiore modo possibile il viale del tramonto
Ronaldo sta vivendo nel peggiore modo possibile il viale del tramonto e il paradosso è che il fisico non gli ha nemmeno ancora presentato il conto. In campo non è più esplosivo come prima, ma garantisce comunque un notevole numero di gol, ad esempio. Però ragiona come se si trovasse nel 2012 e non nel 2022, pretende che tutto ruoti intorno a lui e non si è adeguato al calcio che intorno gli è cambiato. E che va a una velocità differente e pretende coralità e non individualismi.
A Manchester hanno fatto di tutto per mandarlo altrove
Ecco perché a Manchester hanno fatto di tutto per mandarlo altrove, anche a costo di pagargli l’ingaggio principesco da 29 milioni (netti) che lo lega ancora per un anno allo United. Tutto pur di togliere a Ten Hag il problema di gestire una primadonna che non vale più quello per cui si vende e che non è disposta a fare un passo indietro. Ed ecco perché tutti i club che sono stati interpellati dal potente Jorge Mendes tra luglio e agosto hanno declinato: no grazie. Nessuno ha fatto eccezione. Lo avrebbe ripreso lo Sporting Lisbona per un’operazione nostalgia, ma in Portogallo non cuadravano i conti di un’operazione comunque onerosissima, pur con l’aiuto del Manchester. Perché portarsi in casa CR7 significa piegare tutto a lui, costruirgli intorno un progetto, fermare il percorso di crescita degli altri e poi contare i gol: magari tanti, ma la verità è che le ultime squadre ad aver affrontato la sfida si sono pentite.
Anche lo stipendio appartiene ormai al vecchio calcio
Anche lo stipendio appartiene ormai al vecchio calcio. Altri guadagnano cifre anche superiori, ma sono il nuovo che avanza. Per Ronaldo si tratta di una pensione di lusso o almeno così viene percepita da chi deve allargare i cordoni della borsa. Dunque CR7 rimane imprigionato. In una gabbia d’oro ma in prigione. Può darsi che in campo riesca a prendersi una rivincita, anche se lo United si è attrezzato per farne una comparsa di lusso. Di sicuro il 2022 sarà l’estate della fine dell’era Ronaldo: offerto ovunque, rifiutato da tutti. Fuori dal tempo.