Dal primo maggio partono le nuove regole sui condizionatori. E mi viene da ridere. Anzi da piangere. Comunque, reazioni non logiche a una cosa assai illogica. Ma prima di tutto vediamo quali sono le nuove regole.
Quali sono le nuove regole sui condizionatori
Dal primo maggio al 31 marzo 2023 in tutti i luoghi pubblici, tranne ospedali e case di cura d’inverno, non bisognerà stare sopra i 19 gradi e in estate sotto i 27 gradi, ma con una tolleranza di due, quindi si potrà arrivare a 25 gradi. In questo modo, secondo il Governo, si potrebbero risparmiare 4 miliardi di metri cubi di gas. Bello, meritevole. Poi però c’è la realtà. E la realtà è che nessuno ha pensato a chi dovrebbe controllare questa norma. Certo, esistono le sanzioni, da 500 a 3mila euro. Ma chi paga? Il sindaco? Il dirigente apicale? Il capufficio? E chi dovrebbe controllare se il dipendente tiene il condizionatore acceso? Ovviamente non è precisato, così ognuno farà esattamente come prima.
Negli edifici pubblici italiani è praticamente impossibile
E non è solo una questione di furbetti, è anche una questione di tecnologia. Si può imporre che una certa temperatura non deve superare una soglia in un ufficio se quella temperatura è impostata in quell’ufficio. Ma in edifici pubblici storici come quelli italiani, è praticamente impossibile. La gran parte hanno il riscaldamento centralizzato, e in un punto degli uffici d’inverno si tengono le finestre aperte mentre nell’altra ala bisogna mettersi sciarpa e cappotto per lavorare. Condizionatore selvaggio? Forse sì, in alcuni uffici. Poi però quando passo davanti a Palazzo di Giustizia e vedo tutti questi condizionatori fuori dalle finestre, che con tutta probabilità avranno più anni di me, e che quindi sicuramente consumano il quintuplo di quello che consuma quello che ho in casa io ma anche il magistrato che “vive” in quell’ufficio, mi viene da chiedermi se forse l’urgenza, invece di abbassare l’aria condizionata, non sarebbe stata quella di cambiare condizionatore.
Si tenta sempre di “educare il cittadino”
Meno inquinante sempre, e non solo per le mattane di Putin. Ma in Italia è così. Si tenta sempre di “educare” il cittadino. Come se il cittadino fosse un demente a cui piace tenere i 25 gradi d’inverno e i 13 gradi d’estate. La verità è che qualche demente c’è sempre, e questo è indubbio, ma la questione di “educare il cittadino” arriva sempre quando lo Stato conferma di non essere in grado di prendersi le proprie responsabilità.